lunedì 10 novembre 2008

India: le cause degli attacchi ai cristiani

India: le cause degli attacchi ai cristiani


03 ottobre 2008 - (ve/net) Uccisioni, chiese bruciate, case distrutte e migliaia di cristiani in fuga. A partire da agosto si è scatenata una campagna anti-cristiani negli Stati indiani dell’Orissa e del Karnataka. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’uccisione di un membro di un gruppo fondamentalista indù, che sarebbe stata però compiuta dai guerriglieri maoisti. Cosa c’è dietro le persecuzioni contro cattolici e protestanti cominciate ad agosto in alcuni Stati indiani? Risponde il professor Michelguglielmo Torri, indologo intervistato da “L’inviato speciale”.

Quando sono cominciate le persecuzioni dei cristiani da parte degli indù?
In India le persecuzioni dei cristiani non sono un fenomeno né antico né degli ultimi tempi. L’unico episodio di persecuzione anti-cristiana prima dell’indipendenza si verificò durante la grande rivolta anti coloniale del 1857-58. I cristiani indiani, però, non furono bersaglio dei rivoltosi per motivi religiosi, ma perché, essendo nelle aree dove si sviluppò la rivolta, in gran parte al servizio degli inglesi (in genere come domestici) erano considerati parte del fronte avversario.
Le persecuzioni da parte dei fondamentalisti indù, invece, risalgono agli anni Novanta. Il fondamentalismo indù - o, come lo chiamano i suoi sostenitori, il nazionalismo indù - è un movimento politico basato sull’idea, elaborata da Vinayak Damodar Savarkar a metà degli anni Venti del ‘900, secondo cui i “veri” indiani sono solo gli indù”, mentre gli indù (l’induismo non è una religione unificata, ma, se mai, un insieme di religioni con caratteristiche comuni) sono coloro per cui l’India in quanto Patria, cioè la Terra degli Avi, include i luoghi sacri della propria religione. Di conseguenza musulmani e cristiani (ma anche gli atei) non sono indù e, quindi, neppure «veri» indiani.

Chi sono i gruppi anti-cristiani colpevoli delle persecuzioni degli ultimi due mesi in Orissa e Karnataka?
I gruppi anti-cristiani sono gli stessi che negli ultimi anni hanno attaccato i musulmani. Si tratta di gruppi che in tempi diversi, hanno avuto origine da un’organizzazione centrale, l’RSS (Rashtriya Swayamsevak Sangh) o «Organizzazione dei volontari nazionali», che, in un certo senso, è la casa madre del fondamentalismo indù, o induismo politico che dir si voglia. L’RSS, fondato a metà anni Venti, venne bandito nel ’48, dopo l’assassinio di Gandhi, in quanto ritenuto implicato nella congiura che aveva portato alla morte del Mahatma. Il bando, però, durò solo un anno; esso venne tolto in cambio della promessa da parte dell’RSS di funzionare, da quel momento in avanti solo come associazione culturale. Quello che successe fu che, da quel momento in avanti, l’RSS, ogni volta che doveva impegnarsi in una battaglia politica o sociale, creava delle organizzazioni ad hoc. Fra queste vi è stato un partito, originariamente chiamato Jana Sangh, che è poi diventato l’attuale BJP (Bharatiya Janata Party o «Partito del popolo indiano»), e una serie di organizzazioni extraparlamentari. L’insieme formato dall’RSS e dalle organizzazioni da esso create è chiamato dalla stampa indiana Sangh Privar, cioè la famiglia del Sangh. Le più temibili di queste organizzazioni extraparlamentari sono il VHP (Vishwa Hindu Parishad, il «Consiglio mondiale indù») e la sua ala giovanile, il Bajrang Dal («partito zafferano», con riferimento al colore simbolo dell’induismo). Il VHP e il Bajrang Dal sono stati i due principali responsabili degli attacchi degli ultimi anni contro sia i musulmani sia i cristiani.

Le persecuzioni, dunque, hanno un’origine politica?
Sono azioni che rispondono a un disegno politico dell’RSS: trasformare lo Stato laico indiano in uno Stato indù. Un mezzo per raggiungere questo obiettivo è compattare la maggioranza indù additando come origine di tutti i mali della società indiana le minoranze. Nell’ideologia del fondamentalismo indù, musulmani e cristiani hanno lo stesso ruolo che avevano gli ebrei nell’ideologia nazista. Questa ideologia è esplicitamente seguita dai gruppi extraparlamentari e si è tradotta, soprattutto a partire dalla fine degli anni Ottanta, in una serie di violenze e di assassinii ai danni delle minoranze. Il BJP, invece, in quanto grande partito che ha guidato il Paese dal 1998 al 2004 e che aspira a tornare al potere, mantiene una posizione più sfumata. Se, infatti, com’è possibile, ritornerà al potere con le prossime elezioni, il BJP non potrà governare da solo, ma solo a capo di una coalizione. Come si è già visto nel periodo dal 1998 al 2004, questo significa allearsi anche con i partiti che sono dichiaratamente laici.

La questione dei membri delle caste più basse convertite al cristianesimo è un’altra causa delle violenze o un pretesto?
I missionari cristiani (sia cattolici che protestanti) sono presenti in India dal XVI secolo. Oggi, a differenza che in passato, la loro azione è contraddistinta dal fatto di non fare proselitismo diretto, ma attività sociali per i più poveri e diseredati, tra cui i membri delle caste più basse e, soprattutto, i fuori casta (dalit e gruppi tribali). Tutto ciò ha portato, né c’è da stupirsene, ad una serie di conversioni spontanee. I fondamentalisti indù sostengono, del tutto prestestuosamente, che tali conversioni sono motivate da remunerazioni economiche offerte dai missionari ai convertiti. Naturalmente non si tratta di questo, ma del fatto, come già accennato, che i missionari sostengono gli indiani più poveri e diseredati attraverso la creazione di scuole, ospedali ecc. Gli estremisti indù, inoltre, diffondono l’idea delirante, non giustificata da nessuna proiezione statistica, secondo cui le conversioni (numericamente assai esigue), unite al fatto che il tasso di crescita demografico di musulmani e cristiani sarebbe più rapido di quello degli indù (il che non è vero), trasformerebbero fra un po’ di anni gli indù in una minoranza nella loro stessa patria. È, come dicevo, un’idea delirante, che, però, sembra avere ampi consensi fra le masse indù, che, di conseguenza, si sentono assediate e minacciate dalle minoranze.

Cosa stanno facendo le autorità per fermare le persecuzioni contro i cristiani?
Bisogna innanzitutto distinguere fra governi locali e governo centrale. I primi non stanno facendo alcunché. Nei governi degli Stati dove si sono verificati gli attacchi, o è al potere il BJP, come nel Karnataka o, come in Orissa, un’alleanza di cui fa parte il BJP. Il governo centrale, guidato dal Congresso (partito laico di Sonia Gandhi, ndr.), anche se ha minacciato di intervenire direttamente in questi due stati sciogliendone i governi, di fatto si è dimostrato timido, facendo abbastanza poco per proteggere le minoranze. In questo contesto, le pressioni internazionali sull’Esecutivo indiano, come le ultime, fatte a nome dell’UE dalla Francia (che ha appena firmato un accordo nucleare con l’India), possono avere un ruolo importante nell’indurre il governo centrale e l’opinione pubblica indiani a schierarsi attivamente almeno contro i gruppi più estremisti dell’induismo politico (fonte: inviatospeciale)

Michelguglielmo Torri
È professore di Storia moderna e contemporanea dell’Asia presso l’Università di Torino ed è considerato come il maggiore esperto italiano di storia e politica dell’India moderna e contemporanea. È fra l’altro autore di una Storia dell’India (Laterza, Bari, 2000 e 2007) e presidente di Italindia, l’Associazione italiana per lo studio dell’India moderna e contemporanea.



http://www.voceevangelica.ch/index.cfm?method=articoli.notizie_gen&id=8442

Nessun commento: