mercoledì 3 giugno 2009

Medjugorje visto da laici


Medjugorje visto da laici

«Fin dall’inizio avvisai i francescani che dovevano aspettare il giudizio della Chiesa... I capi degli eventi, però, miravano a portare le masse a Medjugorje quanto prima possibile, per fare un mucchio di denaro con la propaganda e strumentalizzare la Madonna nella loro battaglia contro il vescovo. Hanno confezionato “miracoli” riguardanti il sole, hanno citato centinaia di inesistenti guarigioni, e hanno detto di tutto vedendo che i fedeli credevano a tutto...» (Monsignor Pavao Zanic, 1990).


«I tanti “messaggi” attribuiti alla Madonna di Medjugorje sono semplici invenzioni... La nostra fede non può essere frutto della fantasia e dell’allucinazione... A Medjugorje c’è il concreto pericolo che la Madonna e la Chiesa si “privatizzino”, che i fedeli immaginino la Madonna e la Chiesa secondo i propri gusti, percezioni e a piacimento...» (Monsignor Ratko Peric, 2004).

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Marco Corvaglia - "MEDJUGORJE è tutto falso " (ANTEPRIMA € 19) 285 Ottobr
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MEDJUGORJE è tutto falso

Marco Corvaglia

MEDJUGORJE è tutto falso

DAL 19 OTTOBRE, IN TUTTE LE LIBRERIE
EDIZIONI ANTEPRIMA / ISBN 978-88-88857-17-6 / pagg. 288 / euro 19,00 /

Una volta Medjugorje era un piccolo villaggio desolato al di là del mare Adriatico. Ma dopo il 24 giugno 1981, il giorno in cui sei ragazzi affermano di aver visto la Madonna sul Podbrdo, la sua vita è cambiata. Oggi è una delle capitali mondiali del turismo religioso, in grado di accogliere ogni anno più di un milione di pellegrini provenienti da tutto il mondo.

Che cosa c'è però dietro al presunto fenomeno delle apparizioni? E quanto sono credibili i racconti e gli studi che negli anni si sono susseguiti e hanno cercato di far luce su di esso?

Se la gerarchia cattolica ha assunto fin dall'inizio un atteggiamento di grande prudenza, il popolo dei credenti si è diviso: da una parte vi è chi non mette in dubbio la soprannaturalità di quegli eventi, dall'altra chi sospetta l'inganno.

Ma è davvero impossibile arrivare, sulla base dei dati disponibili, a una conclusione minimamente fondata?

L'autore di questo libro pensa che la verità sia a portata di mano - se soltanto si vuole vederla. Nella ormai amplissima letteratura dedicata alle apparizioni è in realtà tutto scritto: le ambiguità, le contraddizioni, le bugie dei protagonisti della vicenda sono palesi, e inoppugnabili.

Una particolare attenzione meritano quelle che per un quarto di secolo hanno costituito l'asso nella manica dei fautori di Medjugorje: le indagini scientifiche condotte da vari gruppi di studio. Per la prima volta vengono esaminati criticamente e compiutamente i test e le perizie mediche che dimostrerebbero la sincerità dei veggenti e l'inspiegabilità dei fenomeni. Purtroppo, non c'è un solo dato che resista a un'analisi attenta.


Marco Corvaglia: «Ai cosiddetti test "scientifici" ho dedicato circa un terzo del mio lavoro. Ho portato avanti un minuzioso esame che nessuno aveva mai tentato fino a ora. Quello che posso dire, sinteticamente, è che appare singolare il modo in cui tali test sono stati eseguiti, stupefacente il modo in cui sono stati interpretati, sconcertante il modo in cui la propaganda li ha presentati.»


Tra i tanti «scandali» nati intorno al fenomeno Medjugorje, viene inoltre qui svelato e documentato quello (fin ora accuratamente tenuto nascosto in Italia) della comunità religiosa statunitense fondata per «volere» della Madonna di Medjugorje, ancor oggi propagandata e frequentata da alcuni dei veggenti. Essa è in realtà un'impresa multimilionaria, il cui fondatore è stato condannato a pagare cospicui risarcimenti agli ex adepti, che l'hanno accusato di averli sottoposti a indottrinamenti, condizionamenti psicologici, e di aver così estorto loro ingenti somme di denaro.


«Accuse di lavaggio del cervello e riciclaggio di denaro colpiscono un gruppo religioso della zona mentre alcuni sfortunati membri abbandonano la Caritas nata nel 1987 nella contea di Shelby per promuovere l'esperienza di Medjugorje, il villaggio dell'Europa orientale in cui sei ragazzi hanno affermato di vedere la Vergine Maria.
Oggi la Caritas è cresciuta fino a diventare un'impresa multimilionaria, con famiglie che vivono lì tutto l'anno, un'agenzia viaggi che offre pellegrinaggi a Medjugorje, in Bosnia-Erzegovina, un ramo editoriale e anche una fattoria.
[.] «La filosofia di Terry è quella di non rispondere a chi dice cose cattive sul suo conto - ha detto Joseph Ritchey, un avvocato di Birmingham che cura gli interessi della Caritas -. Ritiene che rispondendo alle critiche darebbe credibilità alle denunce. [.] Non credo che ci sia qualcosa di terribile lì, altrimenti non li rappresenterei.»
Sara Foss, 26 marzo 2001, «Birmingham Post-Herald»



Insomma, il fenomeno Medjugorje è figlio di una straordinaria macchina di propaganda, soprattutto locale, ma non solo, talvolta mossa da superficialità altre manovrata in vera e propria malafede, che ha fatto leva su un fenomeno falso per riaccendere le tiepide fedi dei credenti e per rilanciare economicamente l'industria turistica del paese, e non solo.



dal libro
Singolari consigli per la lettura

La Gospa [La Signora, in croato] sa ricompensare lo zelo che Laurentin [teologo mariano e autore di innumerevoli opere su Medjugorje] ha ripetutamente dimostrato nel difenderla.
Lo stesso mariologo francese ci informa che, il 1º agosto 1984, alla domanda (posta alla Gospa, tramite Marija, da un francescano di Belgrado) «Quale messaggio hai per noi sacerdoti?» seguì la risposta: «Fate leggere ai preti il libro di padre Laurentin e diffondetelo» (risposta registrata in video).
Ovviamente ciò ha suscitato ilarità in chi ha almeno un po' di spirito critico e allora Laurentin si è difeso affermando che non era sua intenzione gloriarsi di quella «sponsorizzazione». Ha aggiunto anzi: «Conoscendo molti veggenti, non sono contento quando, molto raramente, qualcuno di loro ritiene opportuno accordarmi degli elogi da parte della Madonna. Ho sempre paura che questo tipo di elogi siano dettati dal desiderio di entrare nelle mie grazie».
Stavolta ha fatto centro, padre Laurentin.
Comunque la Gospa non si è dedicata a stranissime promozioni editoriali solo nella circostanza appena raccontata.
Ancor più significativo del precedente è il caso di una biografia di Gesù, intitolata Il poema dell'Uomo-Dio, scritta, su presunta ispirazione divina, dalla mistica Maria Valtorta. L'opera si è diffusa tra i seguaci di Medjugorje, sin dal 1982, quando, come vedremo, vi era stata una approvazione della Madonna, comunicata attraverso Marija. Tuttora è considerata un cult nell'ambiente, tanto è vero che nel corso della seconda metà del 2006 Radio Maria ne ha trasmesso una lettura a puntate.
La stranezza consiste nel fatto che la prima edizione di questo libro fu inserita, nel 1959, nell'Indice dei Libri Proibiti dalla Chiesa Cattolica.
Il 31 gennaio 1985 l'allora cardinale Joseph Ratzinger, in qualità di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, scrisse una lettera indirizzata all'arcivescovo di Genova, Giuseppe Siri, in cui definiva l'opera in questione espressione di «una ben nota categoria di malattie mentali». Il futuro papa Benedetto XVI proseguiva dicendo che


gli elementi introdotti nella seconda edizione non cambiano la natura dell'opera, che è costituita da una montagna di puerilità, fantasie, falsità storiche ed esegetiche, diluite in un'atmosfera sottilmente sensuale, a causa di uno stuolo di donne al seguito di Gesù. Nel complesso si tratta di un cumulo di elementi pseudoreligiosi. Pertanto, anche per la seconda edizione, il giudizio di condanna da parte della Chiesa rimane valido.


Pur essendo stato ufficialmente abolito, per il cardinale Ratzinger l'Indice dei Libri Proibiti «conserva tutta la propria autorità morale».
Padre Philip Pavich, un francescano statunitense di origini croate, che viveva a Medjugorje ormai da cinque anni, il 4 ottobre 1991 volle comunicare tramite fax ai Medjugorje Center che si trattava di un testo messo all'indice e che non era possibile che la Madonna lo approvasse: chiedeva quindi che non fosse più venduto. Allegò anche la lettera di Ratzinger.
Ecco cosa accadde, nelle parole dello stesso Pavich: «Invece di ringraziarmi, si infuriarono per quello che avevo fatto. Non tolleravano che io sfrontatamente contraddicessi la Madre di Dio. "Se non credi alla Valtorta, allora non credi a Medjugorje": questo è ciò che mi dicevano».
Nel marzo 1992, quando Marija era negli Stati Uniti per una serie di incontri con i fedeli d'oltreoceano, fu ospite, a New Orleans, di una puntata del programma Focus, trasmesso dalla rete EWTN. Era accompagnata da padre Slavko Barbarić, il francescano carismatico diventato direttore spirituale dei veggenti dopo l'allontanamento di Vlasić (comandato nel 1984 dal vescovo Zanić per motivi disciplinari).
Ad un certo punto arrivò la telefonata di un telespettatore di nome Bob.


BOB: Che cosa ha detto esattamente la Madonna sul Poema dell'Uomo-Dio? La questione è molto controversa e ci sono discussioni tra coloro che credono ai messaggi di Medjugorje.
MARIJA: Un giorno, nei primi tempi, io non sapevo neanche dell'esistenza di questo libro. Ma un frate converso di Mostar mi ha detto: «Domanda alla Madonna se è veritiero». Io ho domandato e la Madonna mi ha detto: «Si può leggere». Non ha detto nient'altro. Ora ho sentito che ci sono dei grossi problemi con questo libro e forse padre Slavko potrà spiegarli.
PADRE BARBARIC: Sì, c'è molta confusione su questo punto. Questo è il mio consiglio: domandate al vostro vescovo cosa bisogna pensare a questo riguardo.


Nel 1995 Suor Emmanuel Maillard, che vive nella «Comunità delle Beatitudini» di Medjugorje, intervistò Marija, la quale confermò e precisò alcuni dettagli: il francescano che le aveva chiesto di interpellare la Madonna si chiamava padre Franjo; l'anno era precisamente il 1982.
L'ipotesi più ragionevole è che Marija, non conoscendo il libro, non immaginasse certo che fosse all'Indice. E così s'inventò una risposta che, per quanto vaga, smentiva clamorosamente la posizione ufficiale della Chiesa.


I veggenti, oggi

Premettiamo che nessuno dei sei veggenti lavora, fatta eccezione per Jakov, che presta la sua opera nell'ufficio parrocchiale. È coniugato dal 1993 con un'italiana, Annalisa Barozzi, e ha tre figli. Non ha più le apparizioni quotidiane, dal 1998, ma ne ha una all'anno, il 25 dicembre.
Ivanka ha tre figli, essendosi sposata nel 1986 con Rajko Branko Elez, il cui fratello ha aperto un ristorante in un'ottima posizione, di fronte alla chiesa di Medjugorje. In quel locale lavora lo stesso Rajko 207. Ha smesso di avere le apparizioni quotidiane dal 1985 e ne ha una ogni anno, il 25 giugno, anniversario «ufficiale» delle apparizioni.
Mirjana si è sposata nel 1989: ha due figlie. Non ha più le apparizioni quotidiane dal 1982, ma ne ha una il giorno 2 di ogni mese, in mattinata, e un'altra ogni 18 marzo.
Vicka, sposata dal 2002, con due figli, continua ad avere regolarmente le apparizioni.
Marija è coniugata dal 1993 con l'italiano Paolo Lunetti, ha quattro figli e vive a Monza. Ha ancora le apparizioni quotidiane. In più, il 25 di ogni mese ha un messaggio speciale per tutti i fedeli, che comunica alla parrocchia di Medjugorje; quest'ultima poi lo divulga prontamente in tutto il mondo.
Ivan si è sposato nel 1994 con Laureen Murphy, ex Miss Massachusetts: ha tre figli. Ha ancora le apparizioni quotidiane e vive da maggio a settembre a Medjugorje e il resto dell'anno a Boston, negli Stati Uniti, ma i suoi familiari accolgono pellegrini per tutto l'anno.
Anche le due «veggenti di seconda generazione» si sono sposate: Marijana nel 1993 (e ben presto ha smesso di avere le sue locuzioni interiori) e Jelena nel 2002 (ora vive a Roma con il marito Massimiliano Valente).
Nei primi anni Ivan dichiarava: «La Madonna, dalle prime apparizioni, ci ha proibito di ricevere denaro».
Ma nel 1994 Laurentin informa i suoi lettori del fatto che «Ivan ha ora una bella casa nuova, che gli permetterà di vivere ospitando pellegrini, come già fanno Mirjana, Ivanka, Vicka e presto Jakov».
L'anno successivo constata: «Il loro tenore di vita è molto più elevato di quello della loro infanzia».
Merita davvero una visita il sito ufficiale tramite il quale Ivan raccoglie le prenotazioni. Ne riportiamo qui qualche «frammento»:


Vieni, Rinnova la tua Vita Spirituale.
Esperienza di Preghiera
con Ivan Dragičević & Famiglia
NOVITÀ!!! Partenze 2007: ora disponibili le date



Il tuo Pacchetto di Esperienza di Preghiera comprende:
[.] Incontro con padre Jozo & altri veggenti
*Esclusivamente per i Pellegrini della nostra Esperienza di Preghiera*
[.] Colloqui con Ivan nella cappella della nostra casa
[.] Ivan porterà il gruppo sulla collina delle apparizioni per pregare e meditare
Ci saranno molte opportunità di parlare con Ivan durante il tuo soggiorno
[.] La famiglia Dragičević farà del proprio meglio per rendere quanto più possibile piacevole e confortevole il tuo soggiorno.
www.pilgrimages.com/prayerexperience

Assomiglia di più a un invito alla spiritualità o a un suadente spot pubblicitario?



Strane amicizie?

Esiste al mondo un numero incalcolabile di associazioni che diffondono il culto di Medjugorje, divulgando i messaggi dei veggenti, esortando alla preghiera, organizzando pellegrinaggi, vendendo, del tutto lecitamente, libri e dvd.
Il più grande Medjugorje Center si trova negli Stati Uniti. Ciò non deve meravigliare, poiché oltreoceano le apparizioni della Gospa hanno avuto un particolare impatto, come testimoniano, indirettamente, anche i dati pubblicati da Paolo Apolito nel suo libro Internet e la Madonna: negli anni '70 negli Stati Uniti c'erano state undici persone cha avevano affermato di vedere la Madonna. Negli anni '80, dopo la diffusione delle notizie relative a Medjugorje, i casi sono stati quarantanove. La tendenza alla crescita sembra peraltro inarrestabile, visto che negli anni '90 si sono registrate cento presunte apparizioni.
Il Medjugorje Center a cui facevamo cenno si trova nella città di Birmingham (Alabama) e si chiama Caritas (ovviamente non ha nulla a che fare con l'omonimo organismo pastorale della CEI, ben conosciuto nel nostro paese).
Ne è fondatore un tale Terry Colafrancesco, che nel corso degli anni '80 si recò più volte a Medjugorje stringendo amicizia con Marija. Quando la veggente, nel 1988, decise, nobilmente, di donare un rene al proprio fratello malato, fu lui a offrirle viaggio e ospitalità.
Così, per Birmingham partirono Marija, il fratello malato e, come interprete, Cyrille Auboyneau, che già conosciamo.
Da notare che nelle settimane in cui rimase in Alabama, a cavallo tra il 1988 e il 1989, Marija continuò ad avere le apparizioni. Anzi affermò che la Madonna le era apparsa mentre era sotto i ferri, in anestesia totale:


PADRE LIVIO: Hai avuto l'apparizione mentre eri in anestesia totale e notavi dalla faccia della Madonna che seguiva l'operazione?
MARIJA: Sì. Per esempio al momento del primo taglio ho visto che la Madonna ha fatto come una smorfia sulla faccia.


Secondo Socci, questa reazione denota la «tipica ipersensibilità femminile» della Madonna.
Le apparizioni si verificarono di norma nella camera dei coniugi Colafrancesco (intorno alle 10,40 del mattino, per via del fuso orario), ma il 24 novembre, Giorno del Ringraziamento, Terry chiese a Marija di avere un'apparizione in un immenso campo di 36 ettari, di sua proprietà, sotto un pino presso cui aveva collocato un crocifisso e una statua della Madonna.
Auboyneau confermò che il fondatore della Caritas di Birmingham aveva chiesto un'apparizione nel campo: «Terry voleva un'apparizione nel campo, sotto l'albero, e avanzò questa richiesta. Così abbiamo domandato a Marija di chiedere alla Madonna se poteva apparire nel campo, il Giorno del Ringraziamento. La Madonna disse che sarebbe apparsa».
Nei mesi seguenti il campo della Caritas divenne una delle più importanti attrazioni «turistiche» dell'Alabama, come confermato da Lisa Shivers, direttrice del locale Bureau of Tourism and Travel.
Quello di Colafrancesco non è però un semplice Medjugorje Center: si tratta di una vera e propria comunità, aperta anche a gruppi familiari, in cui il messaggio religioso si vena di un innocuo ma, a mio parere, grottesco «amor di patria» (alle 5,00, ogni mattina, si recita il Rosario Patriottico). Tale comunità sarebbe nata a seguito di una richiesta della Madonna (si veda il brano seguente). Poiché l'intermediaria tra Colafrancesco e la Madonna è Marija, bisogna quindi dedurne che sia stata quest'ultima a rendere nota tale richiesta. Si ripete lo schema della comunità di Vlasić?
Nel sito ufficiale dell'organizzazione è riportato che Marija Pavlović (in Lunetti) ha avuto 125 apparizioni presso la Caritas di Birmingham, dove è tornata regolarmente nel corso degli anni. Poiché durante il suo soggiorno in occasione dell'intervento chirurgico esse furono poco più di trenta, se ne deduce che ve ne siano state circa 90 dal 1989 a oggi.
Ma leggiamo insieme un singolare documento pubblicato il 23 novembre 2006 sul medesimo sito ufficiale:


Il 5 agosto 1620 la Mayflower salpò per il nuovo mondo. Questa piccola imbarcazione fu il vascello che Dio adoperò per portare un gruppo di Cristiani in una terra sconosciuta al di là dell'Atlantico. [.] Per chiunque conosca almeno un po' il rapporto esistente tra la Beata Vergine Maria e la nascita degli Stati Uniti d'America, è davvero emozionante riflettere, nella storia della nostra nazione, sul segno che conferma questo Sacro Legame, poiché il 5 agosto, secondo la Madonna di Medjugorje, ricorre il Suo vero compleanno.
[.] Un anno fa, il 24 novembre 2005, Giorno del Ringraziamento [.] Marija Lunetti era tornata in Alabama per una visita privata di soli due giorni. Ma questi giorni hanno avuto un significato speciale per la comunità, poiché il Giorno del Ringraziamento è caduto il 24 novembre. La prima volta in cui la Madonna è apparsa nel campo era il Giorno del Ringraziamento ed era il 24 novembre 1988. [.] È stato un anniversario speciale per noi, tanto più che la visita di Marija non era prevista. È stata una spontanea decisione che ha portato Marija in Alabama in questi giorni. E così non abbiamo celebrato solo il ricordo del primo Ringraziamento della nostra nazione, ma anche il primo Ringraziamento della nostra comunità, perché tramite queste apparizioni la Madonna ha iniziato un piano per riconciliare con Dio noi stessi, le nostre famiglie e la nostra nazione, tramite la comunità che Lei ha chiesto fosse creata qui.
Il 24 novembre 1988 la Madonna ha dato un messaggio. Ha detto: «Vi invito a vivere i miei messaggi. Sono qui per aiutarvi. Intercederò in vostro favore presso Dio, per tutte le vostre intenzioni».
Da quel momento, il campo è diventato un luogo di pellegrinaggio, un posto dove decine di migliaia di persone sono venute nel corso degli anni per incontrare la Madonna pregando e per presentarLe le proprie necessità. È un luogo che ha anche un grande significato per la nostra nazione, consacrata al cuore della Madonna per il suo ritorno a Dio. [.]


C'è da aggiungere che il 2 novembre 2006 anche Mirjana è stata ospite di Colafrancesco.
Da notare che Marija, quando è dal suo amico statunitense, ha le apparizioni secondo il fuso orario di Medjugorje (quindi è mattina in Alabama e sera a Medjugorje). Invece Mirjana, che a Medjugorje ha l'apparizione del giorno 2 del mese al mattino, l'ha avuta al mattino anche in Alabama. Nonostante quest'anomalia, gli 8 mila fedeli convenuti a Birmingham sapevano già che avrebbero assistito ad un'estasi in mattinata, poco dopo l'arrivo di Mirjana. Ma, si sa, la Madonna di Medjugorje appare per appuntamento (e non è una battuta, come vedremo).
Leggiamo il resoconto «ufficiale»:


Nonostante il freddo i pellegrini si sono riuniti ed hanno continuato ad arrivare per tutta la mattinata, superando di gran lunga gli 8 mila. Il freddo non ha diminuito il desiderio di queste migliaia di essere con la Madonna. [.] Miriana è arrivata intorno alle 8,45 e si è unita ai pellegrini nella recita dei Misteri Gloriosi del Rosario. Alle 9,07 Mirjana è entrata in estasi, ed è rimasta con la Madonna circa 3 minuti e mezzo. Nonostante stesse al freddo da ore, la folla era decisa a rimanere finché non avesse ascoltato il messaggio della Madonna tradotto nella propria lingua.



Gospa S.p.A.

Il 16 marzo 1995 un'amica di Vicka si rivolge, tramite lettera, a un gruppo di facoltosi olandesi, devoti della Gospa, affermando di aver chiesto alla Madonna, tramite la stessa Vicka, il permesso di costruire un albergo da 100 posti letto. In tale lettera si legge che il 2 dicembre 1994 la veggente ha risposto: «[La Madonna] ha detto che potete cominciare a costruire con gradualità».
È pertanto necessario reperire i fondi.
Gli olandesi chiedono immediatamente, tramite fax, a padre Slavko Barbarić chiarimenti sull'attendibilità di questa strana esortazione.
Venuta a conoscenza di ciò, Vicka il 19 marzo anticipa la risposta del suo padre spirituale e scrive al responsabile del gruppo olandese la seguente incredibile lettera, che, come le altre citate nel presente paragrafo, sarà poi pubblicata su «Crkva na Kamenu» (La Chiesa sulla Roccia), bollettino pastorale diocesano (numero 11, novembre 1997, pagina 3):


Stimato e rispettabile amico,
le ho già scritto tramite la mia amica e la sua famiglia e ora le scrivo di nuovo perché forse non mi ha capito bene e, in più, io sono un po' sorpresa del fatto che lei stia cercando i messaggi di qualcun altro oltre i messaggi della Madonna, la Madre di Dio.
Quando la Madonna, la Madre di Dio, approva e insiste sull'inizio dei lavori di costruzione, poi, io non capisco perché lei ha dei dubbi e chiede altri messaggi e approvazione da persone normali.
La Madonna, la Madre di Dio, ha dato la sua approvazione per l'inizio dei lavori tramite me e quindi, se lei crede a Medjugorje e alle apparizioni della Madonna, la Madre di Dio, non capisco perché ha dei dubbi.
Mi auguro con tutto il cuore un felice inizio dei lavori e una reciproca collaborazione. Molti saluti. Prego per lei.


Padre Slavko Barbarić non era stato informato da Vicka della lettera che abbiamo appena riportato e così il 28 marzo inviò la propria risposta e negò che la veggente avesse mai fatto domande alla Madonna circa l'opportunità di costruire l'albergo

indice dell'opera
5 Introduzione
MEDJUGORJE. È TUTTO FALSO
13 1. Stranezze e contraddizioni
115 2. Assurdità
135 3. Prodigi e ingenuità
169 4. La posizione della Chiesa
177 5. Indagini scientifiche?
269 6. Appunti di viaggio

279 Bibliografia


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MEDJUGORJE, “FENOMENO DIABOLICO” DALLE UOVA D’ORO:
IL “J’ACCUSE” DI UN VESCOVO


34427. ROMA-ADISTA. “A Medjugorje tutto avviene in funzione dei soldi: pellegrinaggi, pernottamenti, vendita di gadgets. Cosicché, abusando della buona fede di quei poveretti che si recano lì pensando di andare incontro alla Madonna, i falsi veggenti si sono sistemati finanziariamente, si sono accasati e conducono una vita a dir poco agiata”. Parole che pesano come macigni, quelle rilasciate a Petrus, il quotidiano online che si occupa di informazione religiosa, da mons. Andrea Gemma, già vescovo di Isernia-Venafro. Monsignor Gemma non si nasconde dietro ad un dito e accusa: “È un fenomeno assolutamente diabolico, intorno al quale girano numerosi interessi sotterranei”. Il fiume di denaro che ha investito la cittadina della Bosnia-Erzegovina, a partire da quel 1981 in cui sarebbe avvenuta la prima apparizione di Maria, desta i sospetti dell’ex vescovo: “Queste persone che asseriscono di essere in contatto con la Madonna stanno creando scompiglio e confusione tra i fedeli per interessi e vantaggi assolutamente deprecabili”, - e continua - “non mi sembrano proprio delle persone disinteressate. Anzi, unitamente a chi presta il fianco a questo clamoroso raggiro, hanno palesemente tutto l’interesse materiale di far credere di vedere e parlare con la Vergine Maria”.



La posizione dell’ex vescovo di Isernia trova avallo nelle perplessità già manifestate a riguardo sia da mons. Zanic, vescovo di Mostar all’epoca in cui cominciarono le presunte apparizioni, che dal suo successore mons. Peric. In risposta ai sostenitori di Medjugorje che affermano che la Santa Sede non si è mai espressa a riguardo, mons. Gemma non manca infatti di ricordare che “La Santa Chiesa, l’unica a potersi pronunciare per bocca del vescovo di Mostar, ha già detto pubblicamente, e ufficialmente, che la Madonna non è mai apparsa a Medjugorje”, - e continua - “neanche per Fatima e Lourdes è accaduto che la Santa Sede si esprimesse direttamente sulle apparizioni mariane. Perché, dunque, avrebbe dovuto fare un’eccezione proprio in questo caso? La verità è che quando parla il vescovo di Mostar, parla la Chiesa di Cristo ed è a lui, che si esprime con l’autorità conferitagli dal Vaticano, che bisogna dare ascolto”. Rispetto alla posizione di Benedetto XVI a riguardo, mons. Gemma si limita a ricordare che “fu lui, in quanto Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a emanare delle note ufficiali avverse a Medjugorje, come quella che vietava ai sacerdoti e ai religiosi di recarsi in pellegrinaggio in quella terra”. E alla richiesta di commentare le voci che attribuivano a Giovanni Paolo II simpatie nei confronti dei veggenti di Medjugorje il vescovo replica: si tratta di “una leggenda tutta da provare, fermo restando che le opinioni personali tali sono e non rappresentano in alcun modo un atto magisteriale”.









http://www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=42786



Padre Vlasic
MEDJUGORJE: Il Papa ha iniziato il giro di vite sul più grande santuario Cattolico illegale al mondo con la sospensione del sacerdote al centro delle affermazioni che la Vergine Maria sarebbe apparsa più di 40000 volte.

Benedetto XVI ha autorizzato ‘rigide misure disciplinari e cautelative’ contro Padre Tomislav Vlasic, l’ex ‘direttore spirituale’ di sei bambini che affermarono che la Madonna sarebbe loro apparsa a Medjugorje, nella Bosnia.

Il prete Francescano è stato sospeso dopo essersi rifiutato di collaborare nelle accuse di scandalosa immoralità sessuale ‘aggravata da motivazioni mistiche’. E’ stato anche accusato della “diffusione di dubbie dottrine, manipolazione di coscienze, sospetto misticismo e disobbedienza verso ordini dati legittimamente”.


Padre Vlasic era una figura centrale nella promozione delle apparizione che sarebbero iniziate nel 1981 e continuerebbero ancora oggi.

Nel 1984 ha vantava con Giovanni Paolo II di essere colui ‘ che attraverso la divina provvidenza guidava i veggenti di Medjugorje’ e i veggenti stessi affermarono che la Vergine disse loro che Vlasic era un santo vivente.

Ma il sacerdote Bosniaco andò in secondo piano quando emerse che aveva avuto un bambino con una suora chiamata Suor Rufina, ed ha successivamente rifiutato di abbandonare il suo ordine per sposarla ma l’ha invece pregata di non denunciarlo.

Padre Vlasic si è poi spostato a Parma, in Italia, dove ha dato il via a una comunità religiosa mista di uomini e donne, chiamata Regina della Pace, che era dedicata alle apparizioni di Medjugorje.

Medjugorje è cresciuta fino a diventare il più visitato santuario Cattolico non autorizzato nel mondo, attraendo centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno, compresi molti dal Regno Unito e dall’Irlanda.

I vescovi locali, tuttavia, convinti dell’impostura nel 2006 si lamentarono direttamente con Papa Benedetto XVI. Questo ha dato il via ad un’indagine Vaticana che ha puntato i riflettori nel ruolo di Padre Vlasic.

Il sacerdote è stato sospeso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede dopo aver rifiutato di collaborare con le indagini sulla sua condotta, ‘giustificando invece sé stesso citando la sua attività zelante’ nell’instaurare comunità religiose e costruire chiese nella zona di Medjugorje.

Il decreto confermante la sua sospensione è stato firmato con approvazione del Papa dal Cardinale William Levada, prefetto della CDF, e Padre Jose Carballo, Ministro Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori.

Confina Padre Vlasic in un monastero Francescano in Italia e gli impedisce di contattare la comunità Regina della Pace o i suoi avvocati senza il permesso del suo superiore. Gli è stato fatto divieto di apparire in pubblico, predicare e ascoltare confessioni e dovrà dichiarare una solenne professione della fede Cattolica.

Il Vaticano ha avvertito Padre Vlasic che sarà scomunicato nel caso in cui violasse una qualunque proibizione.

Il provvedimento era stato preso precedentemente quest’anno, ma è stato reso pubblico questa settimana dal Vescovo di Mostar, Ratko Peric, su richiesta del Vaticano, per informare la popolazione locale dello stato del sacerdote.

Padre Vlasic è il secondo consulente spirituale dei veggenti ad essere sospeso dal suo ministero. L’altro,Padre Jozo Zovko, fu sospeso dal Vescovo Peric nel 2004.

Rappresenta un enorme colpo per milioni di sostenitori di Medjugorje in tutto il mondo che speravano che l’indagine Vaticana legittimasse il Santuario.

Nel corso dell’anno, il Vescovo Italiano Andrea Gemma denunciò le affermazioni su Medjugorje come ‘opera del demonio’ e aveva anticipato che ‘il Vaticano sarebbe intervenuto presto con qualcosa di esplosivo per smascherare una volta per tutto chi c’è dietro questo inganno’.

Il fenomeno ebben inizio il 25 Giugno del 1981 quando sei bambini - Mirjana Dragićević, Marija Pavlović, Vicka Ivanković, Ivan Dragićević, Ivanka Ivanković and Jakov Colo - raccontarono a un sacerdote di aver visto la Vergine su una collina vicina al loro paese.

Tre commisioni Ecclesiastiche non trovarono alcun riscontro che confermasse le loro affermazioni e i Vescovi della ex-Jugoslavia dichiarano infine che ‘non poteva essere affermato che si trattasse di apparizioni e rivelazioni soprannaturali’.

Nel 1985 il Cardinale Joseph Ratzinger - ora Papa Benedetto - vietò i pellegrinaggi al luogo, ma questo è stato ampiamente ignorato. Invece i veggenti sono cresciuti economicamente, a seguito delle loro dichiarazioni - e con loro anche il paese, che è prosperato grazie alla ‘corsa all’oro della Madonna’.

Alcuni oggi posseggono eleganti case dirigenziali, con giardini immacolati, doppio garage, cancelli di sicurezza e uno di loro ha un campo da tennis.

Posseggono anche macchine costose e si sono sposati - uno di loro, Ivan Dragicevic, con una ex-regina di bellezza Americana.



http://img363.imageshack.us/img363/5710/pa...20vlasicki0.jpg


http://laici.forumcommunity.net/?t=6025749

NEDJUGORJE DAL FORUM TRADIZIONE CATTOLICA

DAL FORUM DI TRADIZIONE CATTOLICA
Un mio breve commento su monsignor Gemma. Non è più vescovo di Isernia: non è più soggetto a pressioni indebite. Per questo può permettersi di parlare chiaro contro le false apparizioni di Medjugorje.

Desidero qui consigliare la lettura del libro: Medjugorie è tutto falso, di Marco Corvaglia, pubblicato purtroppo dalle edizioni Età Dell'Acquarioo perchè nessuna altra casa editrice lo avrebbe accettato. Nel libro, che deliberatamente non affronta nessun argomento strettamente attinente alla fede (sospetto che l'autore sia ateo), si conduce un'inchiesta onesta e puntuale basandosi largamente sulle fonti pro-medjugoriane, evidenziando l'insanabile quantità di contraddizioni, assurdità e falsità. Tale libro ha avuto i complimenti del vesccovo di Mostar Duvno.

Circa venti anni fa, sentendo parlar di Mejugorje oer la prima volta mi sono chiesta: ma come, la Beata Vergine appare tutti i giorni, ed io non ne ero neppure al corrente? Così grazie ad un'amica mi procurai il testo dei messaggi di quei sette anni. Ma nel leggerli... Che banalità! Che confusione! Che noia mortale! Mi dicevo: possibile che la Beata Vergine si scomodi per inondarci di tutte queste parole? Perché mai la B.V. deve essere così banale e ripetitiva? Perché mai deve addirittura ringraziare i sedicenti veggenti? Con quelle decine e decine di migliaia di apparizioni, messaggi, segreti, ad orari prenotabili, in qualsiasi posto, prefabbricabili! Così sono diventata allergica alle apparizioni (io che ero devota di Fatima!) per moltissimi anni, finché non ho scoperto per caso da articoli in inglese truvati su internet che la truffa era davvero colossale e che i primi a rendersene conto sono stati proprio i vescvovi di Mostar.

Se pure non fossero sataniche quanto meno sono troppe, c'è una forte inflazione di apparizioni:
La prima «apparizione» è avvenuta il 24 giugno 1981 e sino ad oggi, se ne contano più di 40.000
E poi nella primavera 1982: la Prima Commissione d’indagine sui fatti di Medjugorje emette una prima relazione negativa.
23 marzo 1984: il vescovo di Mostar, Pavao Zanic, dichiara di non approvare che sacerdoti e laici cattolici «organizzino» pellegrinaggi a Medjugorje.
11 ottobre 1984: il vescovo di Mostar, Pavao Zanic, afferma: «Dichiaro che tutto è una grande truffa, un inganno... non ci sono ‘apparizioni’ della Madonna... Io credo ci sia il Demonio!».
Sull'Osservatore Romano il testo di due comunicati.

In vari passi c'è ecumenismo sfrenato (la presunta Madonna si scaglia contro chi nega la fede dei musulmani ecc.), tanto per dirne una, ma anni fa lessi un dossier veramente ben fatto che riportava stralci e messaggi assurdi.
Oltretutto anche solo a leggere l'inizio delle apparizioni è sconcertante il racconto delle reazioni scomposte dei ragazzini! La Madre di Dio non usa terrorizzare i veggenti! Anche a Fatima o a Lourdes dopo l'iniziale turbamento (mai comunque terrore, a medjugorie si contorcevano per terra ) subentra immediatamente una pace interiore e la Madonna rassicura i bimbi con gesti e paro
le affettuosi.

http://www.tradizione.biz/forum/viewtopic.php?p=98415&sid=6e01cb38dca99251734183c043a37692

Medjugorje, l’atto d’accusa del Vescovo-esorcista. Monsignor Gemma

Medjugorje, l’atto d’accusa del Vescovo-esorcista. Monsignor Gemma: “Le apparizioni della Madonna? Tutto falso: i veggenti mentono sotto ispirazione di Satana per arricchirsi economicamente”
di Gianluca Barile

CITTA’ DEL VATICANO - Un misto tra interessi economici e diabolici, con i presunti veggenti (nella foto) e i loro collaboratori direttamente coinvolti nei guadagni relativi all’elevatissimo flusso di pellegrinaggi e soggiorni in paese, e il Maligno ben contento di seminare zizzania tra i fedeli più convinti delle veridicità delle apparizioni di Medjugorje e la Chiesa, da sempre scettica verso quello che ha definito a più riprese, per bocca dei due Vescovi di Mostar succedutisi nel tempo, ‘un grande inganno’. Monsignor Andrea Gemma, già Vescovo di Isernia-Venafro, tra i più grandi esorcisti viventi, non usa mezzi termini: altro che la Vergine, a Medjugorje sono apparsi, sinora, solo fiumi di denaro. Un’accusa grave, che dà la cifra non solo del coraggio ma anche della levatura morale e spirituale del prelato che ha accettato di rispondere alle domande di ‘Petrus’ su una vicenda così spinosa.

Dunque, Eccellenza, come definire Medjugorje?

“E’ un fenomeno assolutamente diabolico, intorno al quale girano numerosi interessi sotterranei. La Santa Chiesa, l’unica a potersi pronunciare per bocca del Vescovo di Mostar, ha già detto pubblicamente, e ufficialmente, che la Madonna non è mai apparsa a Medjugorje e che tutta questa messinscena è opera del Demonio”.

Lei parla di ‘interessi sotterranei’… Quali?

“Mi riferisco allo ‘sterco del Diavolo’, al denaro, e a cosa, sennò? A Medjugorje tutto avviene in funzione dei soldi: pellegrinaggi, pernottamenti, vendita di gadgets. Cosicché, abusando della buona fede di quei poveretti che si recano lì pensando di andare incontro alla Madonna, i falsi veggenti si sono sistemati finanziariamente, si sono accasati e conducono una vita a dir poco agiata. Pensi, uno di loro organizza direttamente dall’America, con un guadagno economicamente diretto, decine di pellegrinaggio ogni anno. Ecco, costoro non mi sembrano proprio delle persone disinteressate. Anzi, unitamente a chi presta il fianco a questo clamoroso raggiro, hanno palesemente tutto l’interesse materiale di far credere di vedere e parlare con la Vergine Maria”.

Monsignor Gemma, il Suo è un giudizio senza appello?

“Potrebbe essere diversamente? Queste persone che asseriscono di essere in contatto con la Madonna, ma che in realtà sono ispirate solo ed esclusivamente da Satana, stanno creando scompiglio e confusione tra i fedeli per interessi e vantaggi assolutamente deprecabili. Pensi, poi, alla disobbedienza che hanno alimentato in seno alla Chiesa: la loro guida spirituale, un frate francescano cacciato dall’Ordine e sospeso a divinis, continua ad amministrare invalidamente i Sacramenti. E numerosi sacerdoti di tutto il mondo, malgrado il divieto esplicito della Santa Sede, non desistono dall’organizzare e dal prendere parte a pellegrinaggi con destinazione Medjugorje. E’ una vergogna! Ecco perché parlo di una miscela tra interessi personali e diabolici: i falsi veggenti e i loro assistenti intascano denaro, e il Diavolo crea discordia tra i fedeli e la Chiesa; i fedeli più accaniti, infatti, non ascoltano la Chiesa, che - lo ripeto - ha sin dall’inizio ha messo in guardia dalla mendacia delle apparizioni di Medjugorje”.

E se i presunti veggenti vedessero davvero la Madonna?

“In realtà vedrebbero Satana sotto mentite spoglie. Perché Satana ha tutto l’interesse a spaccare la Chiesa contrapponendo le due correnti dei ‘pro’ e dei ‘contro’ Medjugorje. E poi, non sarebbe una novità: lo stesso San Paolo asserisce che il Demonio può anche apparire come Angelo della Luce, e che cioè può camuffarsi. Lo faceva, ad esempio, con Santa Gemma Galgani. Ma al di là dei suoi travestimenti, il Maligno è già intervenuto e vi posso assicurare che è lui ad ispirare i falsi veggenti sin dall’inizio con la lusinga del denaro facile”.

Questi veggenti non Le piacciono proprio…

“Per carità! Basta vedere come si comportano: sono disobbedienti verso la Chiesa, avrebbero dovuto ritirarsi a vita privata e invece continuano a propagandare le loro menzogne per scopi di lucro, facendo così il gioco del Diavolo! Il mio pensiero va immediatamente a Santa Bernadette, la veggente di Lourdes: questa dolce creatura volle spogliarsi della sua vita e scelse l’abito da Suora per servire il Signore. Invece, gli impostori di Medjugorje continuano a vivere comodamente nel mondo senza manifestare alcun tipo di amore né per Dio, né per la Chiesa”.

I sostenitori di Medjugorje sottolineano che la Santa Sede non si è mai espressa in materia.

“Questa è un’altra menzogna! Come accennavo in precedenza, il Vaticano ha vietato i pellegrinaggi da parte di sacerdoti in quel luogo ed ha già parlato per bocca dei due Vescovi succedutisi in questi anni a Mostar, i Monsignori Zanic e Peric, con cui ho parlato personalmente e che mi hanno sempre manifestato i loro dubbi. Veda, neanche per Fatima e Lourdes è accaduto che la Santa Sede si esprimesse direttamente sulle apparizioni mariane. Perché, dunque, avrebbe dovuto fare un’eccezione proprio in questo caso? La verità è che quando parla il Vescovo di Mostar, parla la Chiesa di Cristo ed è a lui, che si esprime con l’autorità conferitagli dal Vaticano, che bisogna dare ascolto. Quindi, la Santa Sede si è sempre espressa con le parole del Vescovo di Mostar, evidenziando che Medjugorje è un inganno diabolico. Ma le farà una confidenza. Vedrà che tra poco il Vaticano interverrà con qualcosa di esplosivo per smascherare una volta per tutte chi c’è dietro questo raggiro”.

Gli stessi sostenitori fanno notare che a Medjugorje si registra ogni anno un record di conversioni e miracoli…

“E’ una forzatura. E poi, chi conta tutte queste conversioni? Veda, se una persona si converte, è perché ha una certa predisposizione, perché si sa guardare dentro, perché sa ricevere il dono dello Spirito. Il luogo in cui avviene questa conversione è del tutto relativo. Pensiamo a San Paolo: si convertì per strada, e allora che dovremmo fare, scendere tutti in strada e attendere di essere convertiti? Per quanto riguarda i miracoli, le racconterò un aneddoto personale. Devo all’intercessione di Nostra Signora del Rosario di Pompei la guarigione miracolosa di una persona della mia famiglia, eppure non mi risulta che la Madonna sia mai apparsa a Pompei. Ecco, per credere, per essere guariti dentro e fuori, non occorre necessariamente che Maria si faccia vedere”.

Che Lei sappia, il Santo Padre Benedetto XVI quale opinione ha di Medjugorje?

“Mi limiterò a sottolineare che fu lui, in quanto Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a emanare delle note ufficiali avverse a Medjugorje, come quella che vietava ai sacerdoti e ai religiosi di recarsi in pellegrinaggio in quella terra. Faccia lei…”.

Invece si dice che Giovanni Paolo II fosse convinto della bontà delle apparizioni.

“Una leggenda tutta da provare, fermo restando che le opinioni personali tali sono e non rappresentano in alcun modo un atto magisteriale”.


http://www.papanews.it/dettaglio_interviste.asp?IdNews=7499

MEDJUGORJE DAL SITO ASSOCIAZIONENOSTRASIGNORADILOURDES

Medjugorie
MEDJUGORJE: Il Papa ha iniziato il giro di vite sul più grande santuario Cattolico illegale al mondo con la sospensione del sacerdote al centro delle affermazioni che la Vergine Maria sarebbe apparsa più di 40000 volte.



Benedetto XVI ha autorizzato ‘rigide misure disciplinari e cautelative’ contro Padre Tomislav Vlasic, l’ex ‘direttore spirituale’ di sei bambini che affermarono che la Madonna sarebbe loro apparsa a Medjugorje, nella Bosnia.

Il prete Francescano è stato sospeso dopo essersi rifiutato di collaborare nelle accuse di scandalosa immoralità sessuale ‘aggravata da motivazioni mistiche’. E’ stato anche accusato della “diffusione di dubbie dottrine, manipolazione di coscienze, sospetto misticismo e disobbedienza verso ordini dati legittimamente”.


Padre Vlasic era una figura centrale nella promozione delle apparizione che sarebbero iniziate nel 1981 e continuerebbero ancora oggi.

Nel 1984 vantava con Giovanni Paolo II di essere colui ‘ che attraverso la divina provvidenza guidava i veggenti di Medjugorje’ e i veggenti stessi affermarono che la Vergine disse loro che Vlasic era un santo vivente.

Ma il sacerdote Bosniaco passò in secondo piano quando emerse che aveva avuto un bambino con una suora chiamata Suor Rufina, ed ha successivamente rifiutato di abbandonare il suo ordine per sposarla ma l’ha invece pregata di non denunciarlo.

Padre Vlasic si è poi spostato a Parma, in Italia, dove ha dato il via a una comunità religiosa mista di uomini e donne, chiamata Regina della Pace, che era dedicata alle apparizioni di Medjugorje.

Medjugorje è cresciuta fino a diventare il più visitato santuario Cattolico non autorizzato nel mondo, attraendo centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno, compresi molti dal Regno Unito e dall’Irlanda.

I vescovi locali, tuttavia, convinti dell’impostura nel 2006 si lamentarono direttamente con Papa Benedetto XVI. Questo ha dato il via ad un’indagine Vaticana che ha puntato i riflettori nel ruolo di Padre Vlasic.

Il sacerdote è stato sospeso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede dopo aver rifiutato di collaborare con le indagini sulla sua condotta, ‘giustificando invece sé stesso citando la sua attività zelante’ nell’instaurare comunità religiose e costruire chiese nella zona di Medjugorje.

Il decreto confermante la sua sospensione è stato firmato con approvazione del Papa dal Cardinale William Levada, prefetto della CDF, e Padre Jose Carballo, Ministro Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori.

Confina Padre Vlasic in un monastero Francescano in Italia e gli impedisce di contattare la comunità Regina della Pace o i suoi avvocati senza il permesso del suo superiore. Gli è stato fatto divieto di apparire in pubblico, predicare e ascoltare confessioni e dovrà dichiarare una solenne professione della fede Cattolica.

Il Vaticano ha avvertito Padre Vlasic che sarà scomunicato nel caso in cui violasse una qualunque proibizione.

Il provvedimento era stato preso precedentemente quest’anno, ma è stato reso pubblico questa settimana dal Vescovo di Mostar, Ratko Peric, su richiesta del Vaticano, per informare la popolazione locale dello stato del sacerdote.

Padre Vlasic è il secondo consulente spirituale dei veggenti ad essere sospeso dal suo ministero. L’altro,Padre Jozo Zovko, fu sospeso dal Vescovo Peric nel 2004.

Rappresenta un enorme colpo per milioni di sostenitori di Medjugorje in tutto il mondo che speravano che l’indagine Vaticana legittimasse il Santuario.

Nel corso dell’anno, il Vescovo Italiano Andrea Gemma denunciò le affermazioni su Medjugorje come ‘opera del demonio’ e aveva anticipato che ‘il Vaticano sarebbe intervenuto presto con qualcosa di esplosivo per smascherare una volta per tutto chi c’è dietro questo inganno’.

Il fenomeno ebbe inizio il 25 Giugno del 1981 quando sei bambini - Mirjana Dragicevic, Marija Pavlovic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivanka Ivankovic and Jakov Colo - raccontarono a un sacerdote di aver visto la Vergine su una collina vicina al loro paese.

Tre commisioni Ecclesiastiche non trovarono alcun riscontro che confermasse le loro affermazioni e i Vescovi della ex-Jugoslavia dichiarano infine che ‘non poteva essere affermato che si trattasse di apparizioni e rivelazioni soprannaturali’.

Nel 1985 il Cardinale Joseph Ratzinger - ora Papa Benedetto - vietò i pellegrinaggi al luogo, ma questo è stato ampiamente ignorato. Invece i veggenti sono cresciuti economicamente, a seguito delle loro dichiarazioni - e con loro anche il paese, che è prosperato grazie alla ‘corsa all’oro della Madonna’.

Alcuni oggi posseggono eleganti case dirigenziali, con giardini immacolati, doppio garage, cancelli di sicurezza e uno di loro ha un campo da tennis.

Posseggono anche macchine costose e si sono sposati - uno di loro, Ivan Dragicevic, con una ex-regina di bellezza Americana.



http://www.associazionenostrasignoradilourdes.com/content/view/81/1/

martedì 2 giugno 2009

Osel Hita Torres, il giovane spagnolo che non vuole più essere la reincarnazione di un maestro Lama


Buddismo/ Lama: Osel Hita Torres, il giovane spagnolo che non vuole più essere la reincarnazione di un maestro Lama
di Riccardo Panzetta*
Ha detto basta. Ed è andato via. Niente più preghiere o meditazione. Basta anche a quella rigida formazione dottrinaria cui i monaci buddisti lo hanno avviato sin da quando aveva poco più di un anno. Osel Hita Torres, 24 anni, non vuole più essere (o credere di essere) la reincarnazione di un maestro Lama morto venticinque anni fa. Ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle, il giovane ragazzo spagnolo, e di dedicarsi al cinema, frequentando un corso triennale di cinematografia all’Università di Madrid.

La sua è una fuga dalla vocazione, impostagli quando aveva appena 14 mesi. «Mi hanno tolto alla mia famiglia - ha dichiarato - mi hanno gettato in un mondo medievale dove ho sofferto come un cane».

Tutto inizia con la morte del maestro Lama Yeshe. E’ il 1984 e il guru tibetano, stravagante e molto amato, lascia un vuoto spirituale nei suoi discepoli. Uno di essi, Lama Zopa, si mette subito alla ricerca della reincarnazione del suo adorato maestro. Una serie di visioni, sogni e premonizioni conducono Lama Zopa in un centro buddista poco lontano da Grenada, dove incontra i genitori del piccolo Osel, anch’essi allievi del defunto Yeshe.

Il bimbo viene inserito in una lista di dieci potenziali “reincarnazioni” e l’elenco viene spedito al Dalai Lama. Dopo mesi di “verifiche” e studi, viene scelto Osel che parte per l’India per ricevere la sua educazione monastica.

I genitori, nel frattempo, divorziano e la madre si mostra irrequieta e insofferente verso l’investitura mistica di suo figlio. Nel 1995 rilascia un’infuocata intervista al New York Times in cui sostiene che il piccolo Lama ha ancora bisogno delle cure materne e si scaglia contro i monaci accusati di viziarlo e di trasformarlo in un piccolo tiranno. Inizia una querelle che si conclude con una concessione: la madre potrà vedere più spesso suo figlio, insegnargli lo spagnolo a patto di mantenere un comportamento più equilibrato.

Il giovane Lama spagnolo è diviso tra due mondi quello familiare-affettivo e quello monastico-spirituale. Alla fine il giocattolo si rompe e Osel, stufo di battere una strada che non sentiva più sua, molla la tonaca e torna a casa. Per assecondare il karma che sente più suo: fare il regista e girare un film. Magari il seguito del “Piccolo Buddha”.

*Scuola superiore Giornalismo Luiss


http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/buddismo-lama-osel-hita-torres-il-giovane-spagnolo-che-non-vuole-piu-essere-la-reincarnazione-di-un-maestro-lama-33819/

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ARTICOLO DEL 2007
Il «Piccolo Budda» si dà al cinema
Osel Hita, 22 anni, reincarnazione del lama Thubten, si è stancato del monastero in Tibet e si è iscritto a una scuola canadese di regia

MADRID – Sempre di luce si tratta, in fondo: ma invece di inseguire l’illuminazione spirituale, il «piccolo Budda» spagnolo ha preferito seguire le orme dei fratelli Lumière. E darsi al cinema. Osel Hita, la cui vicenda ispirò il regista Bernardo Bertolucci, ora ha 22 anni e, quando nacque, con un parto quasi senza dolore, in un ospedale di Granada, il 12 febbraio 1985, era un bimbo stranamente sereno e placido: non piangeva mai, era radioso. Perciò fu chiamato «Osel», luce chiara in tibetano, e fu riconosciuto dal Dalai Lama come la reincarnazione del lama Thubten Yeshe, morto undici mesi prima in California.
I genitori di Osel, ora divorziati, appartengono alla comunità buddista locale e a metà degli anni Ottanta decisero con entusiasmo di assecondare il disegno divino, avviando il piccolo al suo destino di futuro leader del buddismo tibetano in Occidente. Osel, a 14 mesi, era diventato il primo bambino spagnolo riconosciuto come reincarnazione di un lama, ma questo comportava per lui la vita monacale, una dura disciplina, 16 ore di studio al giorno e nessuno svago tipicamente infantile. Doveva abbandonare la famiglia e crescere tra preghiere e meditazione. Già a 8 anni, nel 1993, Osel scrisse una lettera dal monastero tibetano di Sera a sua madre, chiedendole di venire a riprenderlo.
Maria Torres ne discusse con il marito Paco, che decise di partire con un altro dei suoi figli, Kunkyen, anche lui monaco consacrato, per andare a tenere un po’ di compagnia al suo bimbo lama in crisi. Ma quella vita proprio non faceva per Osel. Che, a 18 anni, aveva voglia di una strada diversa, meno elevata magari, ma un po’ più «normale», e possibilmente percorrerla in moto, come tutti i suoi coetanei. Contro ogni aspettativa e ogni segnale celeste, Osel voleva seguire la sua grande, terrena passione: il cinema. Se qualcuno ha cercato di dissuaderlo, lo sa soltanto lui. E in ogni caso non c’è riuscito: dopo aver lasciato il monastero, Osel ha vissuto un po’ a Ibiza con sua madre, poi ha viaggiato per gli Stati Uniti e l’Europa e ora si è iscritto a una scuola di regia cinematografica in Canada. La decisione di lasciarsi alle spalle la facoltà di filosofia buddista metafisica e dialettica del Tibet non è definitiva né irrevocabile: in qualunque momento, Osel può tornare alla vita monastica e per i tibetani resterà una guida spirituale. Anche se Hollywood dovesse conquistarlo per sempre.
Elisabetta Rosaspina
20 agosto 2007

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/08_Agosto/20/piccolo_budda_cinema.shtml
Buddismo/ Lama: Osel Hita Torres, il giovane spagnolo che non vuole più essere la reincarnazione di un maestro Lama
di Riccardo Panzetta*
Ha detto basta. Ed è andato via. Niente più preghiere o meditazione. Basta anche a quella rigida formazione dottrinaria cui i monaci buddisti lo hanno avviato sin da quando aveva poco più di un anno. Osel Hita Torres, 24 anni, non vuole più essere (o credere di essere) la reincarnazione di un maestro Lama morto venticinque anni fa. Ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle, il giovane ragazzo spagnolo, e di dedicarsi al cinema, frequentando un corso triennale di cinematografia all’Università di Madrid.

La sua è una fuga dalla vocazione, impostagli quando aveva appena 14 mesi. «Mi hanno tolto alla mia famiglia - ha dichiarato - mi hanno gettato in un mondo medievale dove ho sofferto come un cane».

Tutto inizia con la morte del maestro Lama Yeshe. E’ il 1984 e il guru tibetano, stravagante e molto amato, lascia un vuoto spirituale nei suoi discepoli. Uno di essi, Lama Zopa, si mette subito alla ricerca della reincarnazione del suo adorato maestro. Una serie di visioni, sogni e premonizioni conducono Lama Zopa in un centro buddista poco lontano da Grenada, dove incontra i genitori del piccolo Osel, anch’essi allievi del defunto Yeshe.

Il bimbo viene inserito in una lista di dieci potenziali “reincarnazioni” e l’elenco viene spedito al Dalai Lama. Dopo mesi di “verifiche” e studi, viene scelto Osel che parte per l’India per ricevere la sua educazione monastica.

I genitori, nel frattempo, divorziano e la madre si mostra irrequieta e insofferente verso l’investitura mistica di suo figlio. Nel 1995 rilascia un’infuocata intervista al New York Times in cui sostiene che il piccolo Lama ha ancora bisogno delle cure materne e si scaglia contro i monaci accusati di viziarlo e di trasformarlo in un piccolo tiranno. Inizia una querelle che si conclude con una concessione: la madre potrà vedere più spesso suo figlio, insegnargli lo spagnolo a patto di mantenere un comportamento più equilibrato.

Il giovane Lama spagnolo è diviso tra due mondi quello familiare-affettivo e quello monastico-spirituale. Alla fine il giocattolo si rompe e Osel, stufo di battere una strada che non sentiva più sua, molla la tonaca e torna a casa. Per assecondare il karma che sente più suo: fare il regista e girare un film. Magari il seguito del “Piccolo Buddha”.

*Scuola superiore Giornalismo Luiss





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Buddismo/ Lama: Osel Hita Torres, il giovane spagnolo che non vuole più essere la reincarnazione di un maestro Lama
di Riccardo Panzetta*
Ha detto basta. Ed è andato via. Niente più preghiere o meditazione. Basta anche a quella rigida formazione dottrinaria cui i monaci buddisti lo hanno avviato sin da quando aveva poco più di un anno. Osel Hita Torres, 24 anni, non vuole più essere (o credere di essere) la reincarnazione di un maestro Lama morto venticinque anni fa. Ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle, il giovane ragazzo spagnolo, e di dedicarsi al cinema, frequentando un corso triennale di cinematografia all’Università di Madrid.

La sua è una fuga dalla vocazione, impostagli quando aveva appena 14 mesi. «Mi hanno tolto alla mia famiglia - ha dichiarato - mi hanno gettato in un mondo medievale dove ho sofferto come un cane».

Tutto inizia con la morte del maestro Lama Yeshe. E’ il 1984 e il guru tibetano, stravagante e molto amato, lascia un vuoto spirituale nei suoi discepoli. Uno di essi, Lama Zopa, si mette subito alla ricerca della reincarnazione del suo adorato maestro. Una serie di visioni, sogni e premonizioni conducono Lama Zopa in un centro buddista poco lontano da Grenada, dove incontra i genitori del piccolo Osel, anch’essi allievi del defunto Yeshe.

Il bimbo viene inserito in una lista di dieci potenziali “reincarnazioni” e l’elenco viene spedito al Dalai Lama. Dopo mesi di “verifiche” e studi, viene scelto Osel che parte per l’India per ricevere la sua educazione monastica.

I genitori, nel frattempo, divorziano e la madre si mostra irrequieta e insofferente verso l’investitura mistica di suo figlio. Nel 1995 rilascia un’infuocata intervista al New York Times in cui sostiene che il piccolo Lama ha ancora bisogno delle cure materne e si scaglia contro i monaci accusati di viziarlo e di trasformarlo in un piccolo tiranno. Inizia una querelle che si conclude con una concessione: la madre potrà vedere più spesso suo figlio, insegnargli lo spagnolo a patto di mantenere un comportamento più equilibrato.

Il giovane Lama spagnolo è diviso tra due mondi quello familiare-affettivo e quello monastico-spirituale. Alla fine il giocattolo si rompe e Osel, stufo di battere una strada che non sentiva più sua, molla la tonaca e torna a casa. Per assecondare il karma che sente più suo: fare il regista e girare un film. Magari il seguito del “Piccolo Buddha”.

*Scuola superiore Giornalismo Luiss





http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/buddismo-lama-osel-hita-torres-il-giovane-spagnolo-che-non-vuole-piu-essere-la-reincarnazione-di-un-maestro-lama-33819/

sabato 30 maggio 2009

ASCENSIONE E PENTECOSTE



STUDIO BIBLICO

ASCENSIONE E PENTECOSTE



ATTI DEGLI APOSTOLI: 1, 1-2, 47




1 Gesù promette lo Spirito Santo


1Caro Teòfilo,
nel mio primo libro ho raccontato tutto quello che Gesù ha fatto e insegnato cominciando dagli inizi della sua attività, 2fino a quando fu portato in cielo. Prima di salire in cielo egli, per mezzo dello Spirito Santo aveva dato istruzioni a coloro che aveva scelto come apostoli. 3Dopo la sua morte Gesù si presentò loro, e in diverse maniere si mostrò vivo. Per quaranta giorni apparve ad essi più volte, parlando del regno di Dio. 4Un giorno, mentre erano a tavola, fece questa raccomandazione: "Non allontanatevi da Gerusalemme, ma aspettate il dono che il Padre ha promesso e del quale io vi ho parlato. 5Giovanni infatti ha battezzato con acqua; voi, invece, fra pochi giorni sarete battezzati con lo Spirito Santo".

Gesù sale al cielo
6Allora quelli che si trovavano con Gesù gli domandarono:
- Signore, è questo il momento nel quale tu devi ristabilire il regno per Israele?
7Gesù rispose:
- Non spetta a voi sapere quando esattamente ciò accadrà: solo il Padre può deciderlo. 8Ma riceverete la forza dello Spirito Santo, che sta per scendere su di voi. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo.
9Detto questo Gesù incominciò a salire in alto, mentre gli apostoli stavano a guardare. Poi venne una nube, ed essi non lo videro più. 10Mentre avevano ancora gli occhi fissi verso il cielo, dove Gesù era salito, due uomini, vestiti di bianco, si avvicinarono loro 11e dissero: "Uomini di Galilea, perché ve ne state lì a guardare il cielo? Questo Gesù che vi ha lasciato per salire in cielo, ritornerà come lo avete visto partire".

Mattia prende il posto di Giuda
12Allora gli apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e ritornarono a Gerusalemme. Questo monte è vicino alla città: a qualche minuto di strada a piedi. 13Quando furono arrivati, salirono al piano superiore della casa dove abitavano. Ecco i nomi degli apostoli: Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone che era stato del partito degli zeloti, e Giuda figlio di Giacomo. 14Erano tutti concordi, e si riunivano regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui.
15In quei giorni, le persone radunate erano circa centoventi. Pietro si alzò in mezzo a tutti e disse: 16"Fratelli, era necessario che si realizzasse quello che lo Spirito Santo aveva detto nella Bibbia. Per mezzo di Davide egli aveva parlato di Giuda, che divenne la guida di coloro che arrestarono Gesù. 17Giuda era uno di noi, e come noi era stato scelto per questa missione.
18"Con i soldi ricavati dal suo delitto, Giuda comprò un campo e là morì precipitando a capofitto: il suo corpo si è squarciato e le sue viscere si sono sparse. 19Il fatto è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme a tal punto che quel campo, nella loro lingua, essi lo chiamano Akeldamà, cioè campo del sangue.
20"Ricordate ciò che sta scritto nel libro dei Salmi:
La sua casa diventi un deserto
e nessuno più vi abiti.
Sta scritto pure:
il suo incarico lo prenda un altro.
21- 22"È necessario dunque che un altro si unisca a noi per farsi testimone della risurrezione del Signore Gesù. Deve essere uno di quelli che ci hanno accompagnato mentre il Signore Gesù è vissuto con noi, da quando Giovanni predicava e battezzava fino a quando Gesù è stato portato in cielo, mentre era con noi".
23Vennero allora presentati due uomini: un certo Giuseppe, detto Barsabba o anche Giusto, e un certo Mattia. 24Poi pregarono così: "O Signore, tu che conosci il cuore di tutti, facci sapere quale di questi due tu hai scelto. 25Giuda ci ha lasciati ed è andato al suo destino. Chi di questi due dovrà prendere il suo posto e continuare la missione di apostolo?".
26Tirarono a sorte, e la scelta cadde su Mattia, che fu aggiunto al gruppo degli undici apostoli.


2 Lo Spirito Santo scende sugli apostoli

1Quando venne il giorno della Pentecoste, i credenti erano riuniti tutti insieme nello stesso luogo. 2All'improvviso si sentì un rumore dal cielo, come quando tira un forte vento, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3Allora videro qualcosa di simile a lingue di fuoco che si separavano e si posavano sopra ciascuno di loro. 4Tutti furono riempiti di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue, come lo Spirito Santo concedeva loro di esprimersi.
5A Gerusalemme c'erano Ebrei, uomini molto religiosi, venuti da tutte le parti del mondo. 6Appena si sentì quel rumore, si radunò una gran folla e non sapevano che cosa pensare. Ciascuno infatti li sentiva parlare nella propria lingua. 7Erano pieni di meraviglia e di stupore e dicevano: "Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? 8Come mai allora ciascuno di noi li sente parlare nella sua lingua nativa? 9Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall'Asia, 10dalla Frigia e dalla Panfilia, dall'Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall'Arabia. C'è gente che viene perfino da Roma: 11alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio ha fatto".
12Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: "Che significato avrà tutto questo?". 13Altri invece ridevano e dicevano: "Sono completamente ubriachi".

Pietro annunzia la risurrezione di Gesù
14Allora Pietro si alzò insieme con gli altri undici apostoli. A voce alta parlò così: "Uomini di Giudea e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme: ascoltate attentamente le mie parole e saprete che cosa sta accadendo. 15Questi uomini non sono affatto ubriachi, come voi pensate, - tra l'altro è presto: sono solo le nove del mattino. - 16Si realizza invece quello che Dio aveva annunziato per mezzo del profeta Gioele.
17 Ecco - dice Dio - ciò che accadrà negli ultimi giorni:
manderò il mio Spirito su tutti gli uomini:
i vostri figli e le vostre figlie saranno profeti,
i vostri giovani avranno visioni,
i vostri anziani avranno sogni.
18Su tutti quelli che mi servono, uomini e donne,
in quei giorni io manderò il mio Spirito
ed essi parleranno come profeti.
19Farò cose straordinarie lassù in cielo
e prodigi quaggiù sulla terra:
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
20Il sole si oscurerà
e la luna diventerà rossa come il sangue.
prima che venga il giorno grande e
glorioso del Signore.
21Allora, chiunque invocherà il nome del
Signore sarà salvo.
22"Uomini d'Israele, ascoltate ciò che sto per dire. Gesù di Nàzaret era un uomo accreditato da Dio per voi con miracoli, con prodigi e con segni. È stato Dio stesso a compierli per mezzo di lui fra voi. E voi lo sapete bene! 23Quest'uomo, secondo le decisioni e il piano prestabilito da Dio, è stato messo nelle vostre mani e voi, con la complicità di uomini malvagi, lo avete ucciso inchiodandolo a una croce. 24Ma Dio l'ha fatto risorgere, liberandolo dal potere della morte. Era impossibile infatti che Gesù rimanesse schiavo della morte. 25Un salmo di Davide infatti dice di lui:
Vedevo continuamente il Signore davanti a me:
egli mi sostiene perché io non abbia a cadere.
26Per questo io sono pieno di gioia e canto la mia felicità.
Pur essendo mortale, vivrò nella speranza,
27perché tu non mi abbandonerai nel mondo dei morti
e non permetterai che il tuo santo vada in corruzione.
28Tu mi hai mostrato i sentieri che portano alla vita
e con la tua presenza mi riempirai di gioia.
29"Fratelli, devo parlarvi molto chiaramente riguardo al nostro patriarca Davide. Egli è morto e fu sepolto, e la sua tomba si trova ancor oggi in mezzo a noi. 30Egli però era profeta, e sapeva bene quel che Dio gli aveva promesso con giuramento: "metterò sul tuo trono uno del tuo sangue".
31"Davide dunque vide in anticipo ciò che doveva accadere, e queste sue parole si riferiscono alla risurrezione del Messia:
Egli non è stato abbandonato nel mondo dei morti
e il suo corpo non è andato in corruzione.
32"Questo Gesù, Dio lo ha fatto risorgere, e noi tutti ne siamo testimoni. 33Egli è stato innalzato accanto a Dio e ha ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che era stato promesso. Ora egli lo dona a noi come anche voi potete vedere e udire. 34Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli dice:
Il Signore ha detto al mio Signore:
siedi accanto a me
35finché io porrò i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi.
36"Tutto il popolo d'Israele deve dunque saperlo con certezza: questo Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Messia".
37All'udire queste parole, i presenti si sentirono come trafiggere il cuore e chiesero a Pietro e agli altri apostoli:
- Fratelli, che cosa dobbiamo fare?
38Pietro rispose:
- Cambiate vita e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo. Riceverete il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito Santo. 39Infatti, ciò che Dio ha promesso vale per voi, per i vostri figli e per quelli che sono lontani: tutti quelli che il Signore, Dio nostro, chiamerà.
40Inoltre, Pietro disse molte altre cose per convincerli e per esortarli. Tra l'altro diceva: "Mettetevi in salvo dal castigo che sta per venire sopra questa generazione perversa!".
41Alcuni ascoltarono le parole di Pietro e furono battezzati. Così, in quel giorno, circa tremila persone furono aggiunte al gruppo dei credenti.

La vita della comunità
42Essi ascoltavano con assiduità l'insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme.
43Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo degli apostoli: per questo ognuno era preso da timore. 44Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. 45Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i soldi fra tutti, secondo le necessità di ciascuno. 46Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il Tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore. 47Lodavano Dio ed erano ben visti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore aggiungeva alla comunità quelli che egli salvava.


http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Atti_degli_Apostoli&Capitolo=1

http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Atti_degli_Apostoli&Capitolo=2


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giovedì 28 maggio 2009

Corso di Israelologia a Como

Evangelici.net notizie

Corso di Israelologia a Como
Inserita il 21/5/2009 alle 12:29 nella categoria: Israele

COMO - Organizzato da Evangelici d'Italia per Israele (EDIPI), in collaborazione con la chiesa Elim di Como (via Borgovico, 22) in cui si tiene l'incontro, il corso di Israelologia si svolge sabato 23 maggio ed è curato dal direttore degli studi dell'IBEI Rinaldo Diprose.


Rinaldo Diprose, direttore dell'Istituto biblico evangelico italiano (Ibei), oltre a sviluppare i temi dell'incontro, parlerà della sua recente esperienza rispetto a questi stessi corsi tenuti in Israele presso le congregazioni di arabi cristiani ed ebrei messianici all'Istituto NETS di Nazareth e all'Israel College of the Bible di Gerusalemme.


Programma del corso:
sessione mattutina
1) Israele il fratello minore
2) Israele nazione eletta
3) Israele tra passato, presente e futuro

sessione pomeridiana
4) La teologia della sostituzione
5) La Chiesa al posto di Israele
6) la Chiesa al posto del Regno Messianico. [cdf]


Per informazioni: tel. 031/427739 oppure 339/3413990


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Pubblicata da evangelici.net



http://www.evangelici.net/notizie/1242901779.html

MO: LEVY, ISRAELE SI ALLEI CON CATTOLICI E ISLAM MODERATO

MO: LEVY, ISRAELE SI ALLEI CON CATTOLICI E ISLAM MODERATO
Milano, 22 maggio Per uscire dalla sua condizione di ''crescente solitudine'' e far fronte a un nuovo antisemitismo, Israele dovrebbe stringere delle ''alleanze'': in primis rinnovando il suo legame con il mondo cattolico europeo e poi con i segmenti piu' illuminati dell'Islam e della societa' palestinese. E' l'opinione del filosofo francese Bernard-Henry Levy, intervenuto ieri sera a Milano ad un incontro per il centenario della fondazione di Tel Aviv in cui gli e' stato consegnato il premio 'Uomo dell'anno 2009' del Museo d'Arte della citta' israeliana. ''Non sono mai stato cosi' preoccupato per Israele e per il popolo ebraico come oggi - ha detto Levy - perche' in questo momento Israele affronta minacce senza precedenti nella sua storia, nemici come Hamas, Hezbollah e Iran mossi da un odio irragionevole, e quest'ultimo con la concreta eventualita' dell'arma nucleare''. ''Mai la malafede e la disinformazione verso Israele - ha proseguito - hanno assunto proporzioni tali come in questo momento: una macchina di delegittimazione e di satanizzazione che sta sfociando in un nuovo antisemitismo''.
http://www.shalom.it/index.php?option=com_magazine&Itemid=75

E se Eluana fosse stata ebrea?


E se Eluana fosse stata ebrea?


Il drammatico caso di cronaca solleva profonde questioni di etica e di morale. Quali indicazioni vengono dalla Halachà?
D.A.T.

E se Eluana fosse stata ebrea? Quale sarebbe stata la risposta della Legge ebraica alla decisione di staccare la nutrizione forzata? Come ci saremmo dovuti comportare?
Un tema molto delicato che solamente una persona come il Rabbino capo di Roma, rav Riccardo Di Segni, medico e membro del Comitato Nazionale di bioetica, poteva riuscire a trattare (in una serata organizzata da Lesson Party), dando risposte esaustive ad una platea costantemente interessata.
Facendo unicamente riferimento al caso Englaro e alle questioni che da esso scaturiscono, alcune cose vanno dette immediatamente. Ci sono degli obblighi che un Ebreo ha e da cui non può sottrarsi. Essenzialmente questi sono:


• divieto di non uccidere (legge noachica); la vita va tutelata in quanto tale, senza considerazione per la qualità o per la durata;
• non possiamo rimanere impassibili davanti al sangue versato.

A questi punti cardine si collega direttamente un concetto basilare, che divide radicalmente laici (a volte laicisti…) dai credenti: il concetto di “autonomia”. Come possiamo disporre della nostra vita? Per i credenti la vita non è un dono, ma un prestito e come tale va tutelata come se andasse restituita nel migliore dei modi.
Detto ciò, non bisogna però immediatamente dedurre che per l’ebraismo non è possibile nessun tipo di scelta autonoma di fine vita. Sebbene l’idea della sofferenza anche nell’ebraismo abbia un valore assoluto
(si collega all’espiazione delle colpe), i maestri sostengono che è lecito il ragionamento secondo il quale “non voglio né le sofferenze né il premio che ne deriva”. Nessuno quindi è condannato a soffrire e si ha il diritto di rifiutare una cura. Ma debbono esserci delle condizioni precise e debbono esser fatte salve alcune limitazioni.

Le condizioni inappellabili sono:


• si deve trattare di un malato in stato terminale;
• il malato deve essere soggetto a sofferenze insopportabili;
• per terminare le cure occorre una dichiarazione certa dell’interessato.

Anche davanti a queste tre condizioni esistono però, come detto, dei limiti legati all’idea stessa di vita: l’ebraismo non ha nulla contro la tecnologia, che anzi sostiene come frutto della mente umana, direttamente legata alle capacità date all’uomo da D-o. In questo senso perciò, i macchinari che favoriscono la continuazione della vita sono assolutamente auspicabili. Ma su questi strumenti occorre fare un ragionamento molto chiaro: alcune macchine favoriscono la continuazione della
vita in maniera eccezionale, altre invece semplicemente si limitano a somministrare al singolo alimenti e liquidi che sono basilari per la vita stessa. Terminare la somministrazione di solidi e liquidi è perciò assolutamente vietato, non legandosi ad alcun tipo di eccezionalità estranea al corso naturale della vita (bere e mangiare sono la base della vita stessa).
Un discorso più articolato va fatto invece per la ventilazione. In questo caso è assolutamente vietato staccare una semplice ma
schera per l’ossigeno o un sondino nasogastrico. E’ invece possibile ragionare sui macchinari che non solo favoriscono la ventilazione ma producono anche il necessario movimento dei muscoli. In questo caso infatti, il movimento artificiale dei muscoli può essere visto come una specie di accanimento.
Fatta questa lunga premessa, come si pone l’ebraismo davanti al caso concfreto (nella fattispecie quello della Englaro)? Qui ci sono tre questioni aperte:


• l’accertamento della reale volontà della paziente;
• la possibilità di sospendere la somministrazione di solidi e liquidi;
• la possibilità per un terzo di decidere per un malato incosciente.

Come è facile dedurre, secondo la Halakha non sarebbe stato lecito far morire Eluana. Non risulta chiara infatti la volontà del paziente: la volontà di Eluana è stata principalmente dedotta in base alla vita attiva della paziente e su frasi dette in situazioni del tutto informali. Inoltre la somministrazione di solidi e liquidi, avvenuta sempre per semplice sondino nasogastrico, sarebbe dovuta continuare.
In ultimo, come si pone Israele davanti a questa questione? In Israele esiste una legge frutto del lavoro della commissione Stainberg: secondo questa norma è possibile rifiutare le cure, ma non è lecito terminare la somministrazione di solidi e liquidi. Per la ventilazione, come detto, solo nei casi ammissibili sopra descritti, si agisce tramite un timer che, spegnendo gradualmente la macchina, determina la fine della vita.
Come si vede quindi il tema è molto complicato e frutto di numerose discussioni. Così delicato che Rav Di Segni, pur sottolineando la non ammissibilità del caso Englaro nell’ebraismo, rifiuta totalmente l’idea di definire Beppino Englaro, padre di Eluana, come un assassino. Non è possibile descrivere la sofferenza di un padre con poche, dure, infamanti, vigliacche e semplicistiche, parole….

http://www.shalom.it/index.php?option=com_content&task=view&id=340&Itemid=75&ed=17

A Berlino il 26 aprile si deciderà con un referendum il futuro dell'ora di religione a scuola.

Evangelici.net editoriali

In attesa di un mondo perfetto
Inserito il 12/3/2009

A Berlino il 26 aprile si deciderà con un referendum il futuro dell'ora di religione a scuola.

Abolita nel 2006 per fare spazio a una più neutra ora di etica («una sorta di educazione civica - scrive Il Giornale - nella quale trovano spazio anche le storie delle religioni, raccontate però in maniera neutrale e asettica»), l'ora di religione è reclamata a gran voce da un composito gruppo di cristiani - evangelici e cattolici - che chiedono di dare spazio, nell'agenda scolastica, a lezioni che permettano di conoscere la propria confessione.

I sostenitori dell'ora di religione, raggruppati nel comitato Pro-Reli, rilevano che «le lezioni di etica non sembrano aver sviluppato quella tolleranza che i suoi sostenitori si proponevano e la conoscenza delle religioni è rimasta nell'angolo». Non propongono di abolire l'insegnamento, ma solo di «aggiungere la scelta di frequentare vere e proprie lezioni di religione».

Le autorità locali non vedono di buon occhio l'iniziativa referendaria, che grazie alla mobilitazione delle confessioni cristiane ha raccolto 250 mila firme (quando ne sarebbero bastate 170 mila).

«Ci muoviamo evitando ogni tipo di strumentalizzazione politica - spiega Christoph Lehmann, avvocato ideatore del gruppo Pro-Reli - e la nostra proposta non si ferma solo alle confessioni cristiane: vogliamo che ogni studente possa scegliere fra la lezione di etica e una regolare lezione di religione, sia essa cattolica, evangelica, ebraica o musulmana».

Il motivo? «La tolleranza è possibile solo quando si conosce a fondo la propria religione, evitando i fondamentalismi dei cattivi maestri».

Probabilmente da un punto di vista laico non è del tutto corretto che la scuola pubblica offra una tribuna alle religioni. Sul piano pratico, però, va rilevato ancora una volta che il pensiero debole non riesce a garantire la convivenza civile: fare un passo indietro non aiuta, perché ci sarà sempre qualcuno pronto ad approfittare di quel vuoto.

Probabilmente da un punto di vita multiculturale si considera essenziale imparare a conoscere l'altro per capirlo e accettarlo. Ma non è facile comprendere le ragioni dell'altro se non si conoscono le proprie.

Probabilmente da un punto di vista spirituale non è la scuola a dover dare lezioni di moderazione contro l'integralismo, eppure la scuola è uno dei pochi spazi pubblici che possano suggerire una prospettiva diversa, su cui quantomeno riflettere.

Insomma, probabilmente nessuna di queste soluzioni è quella ideale. Sarebbe bello vedere un mondo sereno, dove ognuno vive ed esprime la propria fede senza offendere gli altri e senza vedersi limitare, dove la violenza viene fermata sul nascere dalle autorità e dalla riprovazione popolare, dove la convivenza quotidiana è garantita dalla serenità di una fede solida e appagante.

Sarebbe bello, certo. Fino a quando però dovremo confrontarci con la nostra realtà quotidiana, sarà il caso di non fermarsi ai sogni, ma studiare giorno dopo giorno soluzioni concrete. Sicuramente imperfette, ma quantomeno praticabili.

biblicamente - uno sguardo cristiano sull’attualità


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Pubblicato da evangelici.net



http://www.evangelici.net/editoriali/1236864999.html

Festività di Shavuoth 5769 (29-30 maggio 2009)

Festività di Shavuoth 5769 (29-30 maggio 2009)


“Celebrerai la festa dell’Eterno, del tuo Dio, mediante offerte volontarie che presenterai nella misura delle benedizioni che avrai ricevuto dall’Eterno tuo Dio” (Dt 16, 19).

La festa di Shavuoth cade quest’anno i 29 e 30 maggio 2009.
E’ celebrata 50 giorni dopo Pesach e costituisce una delle tre feste di pellegrinaggio (con Sukkoth e Pesach).
E’ la festa delle offerte per eccellenza, chiamata anche Yom ha-bikkurim, “giorno delle primizie”, perché era il giorno in cui, da tutto il paese, ci si recava al Tempio di Gerusalemme per offrire al Santuario le primizie dei campi.
Durante tutte e tre feste di pellegrinaggio la popolazione maschile di Israele – ma per Sukkoth il pellegrinaggio a volte era previsto anche per le donne e i bambini (Es 2) – partiva da ogni paese, da ogni villaggio, per portare al Tempio di Gerusalemme la propria offerta, a testimonianza della propria presenza e della propria fedeltà all’ordine divino.
Alle origini della festa
Di seguito alla distruzione del secondo tempio (70 dopo l’era cristiana), la festività si ricentra sulla commemorazione dell’Alleanza al Sinai, al dono della Torah e dei Dieci Comandamenti.
Dopo l’uscita dell’Egitto i figli d’Israele si diressero verso il paese di Canaan, e sette settimane dopo giunsero dinanzi al monte Sinai dove ricevettero l’ordine di lavare i propri abiti. Il terzo giorno, fra lampi e tuoni, il Signore parlò al popolo che però, dinanzi allo svolgimento della natura e della potenza della voce di Dio, fu preso da grande spavento.
Mosè ricevette allora da Dio l’ordine di recarsi da solo sulla cima del monte, dove rimase quaranta giorni e quaranta notti per ricevere le due tavole della Legge, o più esattamente, come dice il testo ebraico, “le due Tavole dell’Alleanza”, il Decalogo.
L’espressione comunemente usata, Dieci Comandamenti, è imprecisa in quanto il termine che si trova nella Torah, “assereth ha-dibberoth”, le “dieci parole”, assegna a quest’ultime il valore, piuttosto, di messaggi.
Ma il popolo, vedendo che Mosè dopo quaranta giorni non era ancora tornato, temette di essere stato abbandonato e con, l’oro ricevuto in dono dagli egiziani, si costruì un vitello d’oro a imitazione del Bue Api adorato da quest’ultimi.
Mosè, scese dal Sinai, vedendo il popolo abbandonarsi all’adorazione di un idolo, spezzò le Tavole dell’Alleanza considerandolo indegno di riceverle.
Ma dopo che i trasgressori furono puniti e che il popolo si fu pentito del peccato commesso, Dio, alle preghiere di Mosè, annunciò il suo perdono con l’espressione “Salachtì”: ho perdonato. E Mosè, salito ancora una volta sul monte Sinai, ricevette nuovamente le Tavole dell’Alleanza. (1)


La liturgia
Alla funzione del mattino si legge la parashah che contiene il Decalogo. Durante la giornata viene letto anche il libro di Ruth, che si collega alla festa della mietitura. La storia di Ruth è molto bella e poetica. Naomi e i suoi due figli emigrano in Moab a causa di una carestia. I figli sposano due moabite, ma ambedue muoiono. Naomi decide allora di tornare alla sua terra e Ruth, una delle nuore, va con lei perché, dice, “la tua terra è la mia terra, il tuo Dio è il mio Dio”. Spinta dalla stessa suocera, Ruth sposa Boaz, ricco possedente e lontano parente della famiglia. Secondo la tradizione Ruth è la progenitrice del re David, dalla cui stirpe discenderà il Messia. (1)


Usanze
La festività di Shavuoth non ha comandamenti speciali. Ci sono però dei minhagim (usanze) che si sono fissati lungo i secoli (vedere Come nasce il Minhag? nella parte Cultura ebraica del sito).
Le sinagoghe vengono addobbate di fiori e di piante per ricordare che siamo all’epoca delle primizie, con un forte richiamo alle cerimonie di offerte di primizie all’epoca del Tempio.
Esiste anche l’abitudine di riunirsi la notte di Shavuoth per studiare la Torah fino all’alba. Questo studio, chiamato Tiqoun (riparazione), deve riparare la debolezza di quelli che non ebbero la forza di vegliare quando l’Eterno fece dono della Torah sul Sinai. Ma questa veglia consiste in primo luogo ad aspettare l’ora in cui gli antenati d’Israele ricevettero le parole divine. L’origine di quest’usanza è da cercare nella cabala del sedicesimo secolo. Lo scopo è di rivivere l’esperienza del Sinai nel fuoco e nella gioia.(2)

Fonti:
(1) Ziv, bulletin de la commission judaisme de la Cté des Béatitudes (Francia)
(2) Le pietre del tempo, il popolo ebraico e le sue feste di Clara e Elia Kopciowski

http://www.comunitadibologna.it/index.php?option=com_content&task=view&id=121&Itemid=1

Israele: Ebrei messianici sotto i riflettori

Israele: Ebrei messianici sotto i riflettori
2009 Maggio 10

by illuminato
«Io ho annunziato, salvato, predetto, e non è stato un dio straniero in mezzo a voi; voi me ne siete testimoni, dice il SIGNORE… » (Isaia 43:12)

di Gershon Nerel

In Israele l’interesse del pubblico per gli ebrei credenti in Yeshua continua ad essere alimentato da reportage dei media in ebraico e in inglese. Venerdì 13 febbraio 2009 è apparso un altro lungo articolo su Up Front, il supplemento settimanale del Jerusalem Post in lingua inglese. L’attenzione dei lettori su questo articolo è stata attirata da un vistoso titolo sulla prima pagina del Jerusalem Post. Il titolo diceva: «La fede avanza: 7.000 credono in Gesù come loro Redentore». Nel supplemento è stato aggiunto un sottotitolo: «Con grande irritazione dell’establishement in Israele».

Il servizio sugli ebrei messianici occupava sei intere pagine con foto a colori. Sulla copertina del supplemento settimanale si poteva vedere la foto di due giovani. Portavano T-shirt rosse con la scritta ebraica: «Yehudim Lema’an Yeshua» (Ebrei per Gesù) e distribuivano volantini per strada. Larry Derfner, il reporter del Jerusalem Post è riuscito a fare un articolo completo e obiettivo. Ha abilmente evitato di destare o confermare pregiudizi nei lettori.

Nel suo articolo cita, senza censurarle, molte dichiarazioni di ebrei credenti in Yeshua. Qui di seguito alcuni esempi. «Yeshua è l’incarnazione del Dio di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe – in una nuova epoca». «Io sono nato ebreo, ma nella fede non c’è differenza tra me e un cristiano evangelico». «Se mi rifiutassi di parlare di Gesù ai miei simili, sarebbe come se conoscessi la medicina per guarire l’AIDS e la tenessi per me».

Dall’articolo si viene a sapere che il 50 percento dei circa 7.000 ebrei messianici in Israele sono nuovi immigrati dall’ex Unione Sovietica. Secondo altre stime, il numero degli ebrei messianici in Israele dovrebbe però arrivare a circa 10.000. Tra questi ci sono anche centinaia di nuovi immigrati dall’Etiopia. Su questo gruppo il giornalista scrive che «molti di loro preferiscono tenere per sé la loro fede». Simili credenti «nicodemiti» si possono trovare anche tra gli immigrati da altri paesi. Per paura della pressione sociale, economica e giuridica preferiscono per il momento tenere segreta la loro fede.

Nell’articolo si fa anche notare che ci sono ebrei messianici che soffrono sotto angherie e persecuzione. La cattiva disposizione contro questi credenti viene aizzata da almeno due “Organizzazioni anti-missionarie” ultra-ortodosse, e precisamente Yad L’achim (Mano ai fratelli) e Lev L’achim (Cuore per i fratelli). Queste istituzioni arrivano ai limiti del legalmente lecito e del decoro, e qualche volta vanno anche oltre, denigrando e attaccando gli ebrei messianici. Gli attivisti ultra-ortodossi cercano di screditare pastori e anziani di comunità nei loro immediati dintorni attaccando in posti pubblici pashkevilim, cioè manifesti con le loro fotografie e con minacce.

Secondo i dati esposti dal giornalista, in Israele ci sono circa 100 comunità messianiche. Ciascuna di loro costituisce un gruppo chiuso in se stesso, ma esiste tuttavia «una grande fluttuazione» nell’appartenenza alla comunità. Il reporter dichiara inoltre che gli ebrei messianici non gestiscono alcun centro chiuso in cui «i nuovi convertiti sono sottoposti a un lavaggio del cervello o a un ‘bombardamento con amore’». I nuovi arrivati nelle comunità messianiche non vengono nemmeno allontanati dalle loro famiglie o dai loro amici. Se un membro vuole abbandonare la comunità, né lui né altri vengono obbligati a rimanere.

Nel suo resoconto l’autore dell’articolo cerca di comportarsi come «obiettivo osservatore dall’esterno». Da una parte scrive: «Gli ebrei messianici in questo paese hanno una reputazione pessima», perché come attivi «missionari» parlano apertamente di Yeshua ad ogni ebreo (o non ebreo) che manifesta interesse. D’altra parte i «messianici» per il reporter non sono una setta, perché i credenti ebrei in Yeshua non hanno né una singola figura leader né un gruppo di leader, e a nessuna persona del loro ambiente attribuiscono proprietà divine. Nella sua esposizione mette anche in evidenza due aspetti contraddittori dello scenario ebreo-messianico in Israele: da una parte si nota una tendenza dei figli a non seguire la fede in Yeshua dei loro genitori; dall’altra si può osservare in altre famiglie una continuità della fede in Yeshua che passa di generazione in generazione, come per esempio in Yad Hashmona, un villaggio messianico (Moshav) nella zona collinare ebraica.

Alla fine dell’articolo il giornalista descrive un concerto di musica messianica organizzato da credenti in Yeshua. A questa manifestazione hanno partecipato circa 1.000 visitatori. L’autore scrive: «Mille credenti messianici, di cui molti hanno genitori ebrei, si sono riuniti in una specie di ‘casa protetta’ per cantare inni a Gesù. Non sembravano minacciosi, anzi piuttosto innocui e vulnerabili. In questo spazio al sicuro dagli occhi del pubblico hanno potuto esprimere liberamente la loro fede.»

Fonte: (Nachrichten aus Israel, aprile 2009 – trad. www.ilvangelo-israele.it)



http://butindaro.wordpress.com/2009/05/10/israele-ebrei-messianici-sotto-i-riflettori/

I segreti dell'uomo negli antichi scritti del secondo tempio

I segreti dell'uomo negli antichi scritti del secondo tempio

L’antico fascino delle pergamene

Ore 06:01
mercoledì, 27 maggio 2009
L'estate del 1947 portò con se una delle più importanti scoperte archeologiche del Ventesimo secolo. Un pastore beduino scoprì per caso, in una grotta del deserto sulla riva Nord occidentale del Mar Morto, giare contenenti rotoli di pergamena, che mostrò ad alcuni amici. Uno di loro notò che le iscrizioni sulla pergamena ricordavano a quelle in aramaico siriano che aveva visto nella chiesa Siriano-Ortodossa di Betlemme. I beduini rimossero sette rotoli dalla grotta. Quattro furono venduti al monastero siriano a Betlemme per l'equivalente odierno di 98 dollari e tre furono acquistati da un antiquario, sempre di Betlemme. Era l'inizio di percorso che avrebbe portato ad un rinvenimento eccezionale per la storia culturale e religiosa della nostra civiltà, i celebri rotoli del Mar Morto.

I manoscritti di Qumran

Rinvenuti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte della zona di Qumran, sulla riva Nord occidentale del Mar Morto, i manoscritti contengono più di 900 testi in ebraico, aramaico e greco, datati tra il III secolo a.C e il I secolo d.C. I rotoli del Mar Morto sono la più antica testimonianza scritta esistente del Vecchio Testamento. Comprendono infatti una o più copie dei libri della Bibbia Ebraica, escluso quello di Esther e numerosi testi non canonici giunti fino a noi in versioni etiopi, greche, siriane, armene e latine.

Nel web
Israel Antiquities Authority
I manoscritti testimoniano la ricca attività letteraria del cosiddetto periodo del Secondo Tempio nella storia del popolo ebraico e includono testi biblici, apocrifi, pseudo epigrafici e legati alle tradizioni di alcune sette. I testi biblici sono probabilmente le più antiche copie della Bibbia, in particolare del Vecchio Testamento, arrivate fino a noi e hanno dato un contributo essenziale alla ricostruzione della storia testuale del Vecchio Testamento. Un numero considerevole dei testi apocrifi e pseudo epigrafici conservati a Qumran, sono versioni originali, in ebraico e aramaico di composizioni risalenti al periodo del Secondo Tempio. Il gruppo di manoscritti più interessante, è però quello attribuito alle tradizioni di alcune sette, presumibilmente sconosciuti fino alla loro scoperta nel 1947. Fa eccezione il "Damascus Document" che non era stato identificato con certezza prima del rinvenimento dei rotoli del Mar Morto. Questo ampio corpus letterario ricostruisce le credenze e i costumi di una comunità che probabilmente aveva il suo centro proprio a Qumran. Un corpus di scritti che include ordinanze, regole, commenti a testi biblici, visioni apocalittiche e opere liturgiche ed è attribuito alla setta degli Esseni.

Gli Esseni

Le prove storiche e archeologiche indicano che Qumran venne fondata nella seconda metà del II secolo avanti Cristo e fu abbandonata a seguito dell'incursione dei Romani nel 68 d.C, due anni prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme. Gli Esseni erano un gruppo settario, in parte costituitosi in una comunità monastica ascetica che si era ritirata in zone aspre e isolate. Per due secoli, condusse una vita comunitaria dedicata alla preghiera, allo studio e al lavoro. La parola "Esseni" non è mai menzionata con chiarezza nei rotoli del Mar Morto, ma numerosi indizi, tra cui il fatto che gli autori si identifichino con il termine "Judah", ovvero Esseni secondo la tripartizione in ordini del Giudaismo, fanno propendere per questa tesi.

La conservazione dei rotoli

I rotoli di Qumran rappresentano per gli studiosi anche un'eccezionale sfida scientifica, legata alla loro conservazione, vista la fragilità di un patrimonio disperso in 15mila frammenti. Della conservazione dei preziosissimi manoscritti, si occupa l'Israel Antiquities Authority, la sovrintendenza archeologica israeliana alla quale è stato affidato anche il compito di individuare ulteriori rotoli nella zona di Qumran, con campagne e scavi archeologici e l'imponente opera di pubblicazione dei celebri documenti, che è stata portata a termine. Nel 2001, inoltre, la Oxford University Press ha ultimato la pubblicazione integrale della "Discoveries in the Judean Desert", la raccolta integrale dei testi, alla quale hanno collaborato ottantotto esperti ebrei, cristiani e musulmani.

Il clima secco del deserto di Giudea, ha conservato intatti, per millenni, i manoscritti e i loro segreti. Tuttavia, quando vennero estratti dalle grotte, i rotoli vennero maneggiati in modo inadeguato e in un ambiente non controllato. Inoltre, danni irreparabili furono causati dagli adesivi utilizzati dagli studiosi, nei primi anni, per unire i frammenti, che poi venivano inumiditi e pressati tra lastre di vetro. A seguito dell'invecchiamento degli adesivi e della pressione del vetro, alcune pergamene si sono annerite, tanto che alcuni testi non sono più leggibili.

Dal 1991, le autorità israeliane hanno allestito un magazzino climatizzato, che riproduce le condizioni ambientali delle grotte di Qumran e un laboratorio speciale per la conservazione dei rotoli nel Rockfeller Museum di Gerusalemme.

Paola Gregorio


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