lunedì 10 novembre 2008

Cresce il popolo degli esercizi (spirituali)

5 Novembre 2008

Cresce il popolo degli esercizi (spirituali)

“Per me il vivere è Cristo”: sarà questa frase tipica di san Paolo, tratta dalla lettera ai Filippesi, il motivo ispiratore degli esercizi spirituali diocesani in programma a Cavallino (Casa Maria Assunta) nell’anno 2008/2009. Due corsi, un po’ speciali, sono stati già effettuati in queste settimane ed hanno coinvolto oltre un centinaio di persone: il primo, a metà settembre, con il vicariato veneziano di S. Polo-S. Croce-Dorsoduro e il secondo, la scorsa settimana, con operatori e volontari delle sezioni veneziane dell’Unitalsi. Altre quindici opportunità di vivere l’esperienza particolare degli esercizi spirituali saranno offerte da novembre 2008 a maggio 2009 secondo una variegata serie di date e modalità, pensate per ogni stato o fase di vita (il calendario si trova in questa stessa pagina).

L’essenziale della vita cristiana. Gli esercizi, infatti, realizzano il “miracolo” di richiamare e, spesso, mettere insieme nello stesso corso persone di ogni età e provenienza, dalle occupazioni più diverse e coinvolte in numerosi ambiti di servizio ed impegno: famiglie intere (gli sposi insieme ai figli, anche piccoli), giovani e giovanissimi, adulti e anziani. Tutti tesi, come evidenzia il dépliant con il programma dell’anno, a dedicare alcuni giorni per «cogliere ciò che è essenziale e comune per la vita cristiana» attraverso «una singolare opportunità di incontro con la persona del Signore Gesù mediante il prolungato ascolto della sua Parola, la celebrazione dell’Eucaristia e della Riconciliazione, la preghiera liturgica e personale, la comunione fraterna». Giorni da trascorrere perlopiù nel silenzio che «consente di riconoscere il primato e l’iniziativa di Dio che, parlando, dona se stesso».
L’esperienza, spiegano all’Oders/Ufficio esercizi spirituali diocesani, «è contemporaneamente personalissima e comunitaria: ri-orientamento della propria esistenza e rigenerazione ecclesiale, educazione all’accoglienza gratuita, imparando a dare spazio in noi a Colui che ci ha amato per primo, far nostri i sentimenti di Cristo e prendere forma dal Pane eucaristico, per essere trasparenza di Lui in ogni circostanza di vita. L’apertura del cuore al Vangelo permette di recuperare il senso pieno della propria umanità, dell’esistenza quotidiana e delle vicende, spesso drammatiche, della storia. E la preghiera si fa intercessione per ciascuno e per il mondo intero».

Ben oltre le mille presenze. Nell’anno 2007/2008 gli esercizi spirituali diocesani avevano registrato, in 18 corsi svolti con il costante accompagnamento del Patriarca emerito card. Marco Cè, la bellezza di 1185 presenze. E’, quindi, ulteriormente aumentato il numero dei partecipanti: oltre un centinaio in più rispetto all’anno scorso. E ciò va attribuito soprattutto ai corsi in preparazione alla sosta della Visita pastorale (un’ottantina di presenze sono venute dalla parrocchia del Duomo di Mestre e una trentina dal vicariato di Carpenedo) e alla straripante affluenza degli sposi con figli, ben oltre i limiti di capienza: addirittura 500 (oltre il 40% del totale) le presenze ai tre corsi specifici organizzati in primavera. Lieve incremento dei giovani (140, di cui 34 sotto i 18 anni) che risultano una trentina in più; rimane ai livelli (bassi) dell’anno precedente la partecipazione al corso per fidanzati (una ventina). Sono infine giunte agli esercizi per la prima volta, o vi sono ritornate a distanza di parecchi anni, 237 persone.

Coinvolta la vita quotidiana. «Al di là dei numeri - osservano mons. Valerio Comin e Gabriella Dri che coordinano l’Oders/Ufficio esercizi spirituali diocesani con la relativa rete di animatori e collaboratori - colpisce la qualità della partecipazione: intensa, gioiosa, fraterna. Si è percepito un legame più organico con la vita quotidiana, toccata in profondità dagli esercizi. Lo si è notato anche per gran parte dei giovani, lo si è potuto cogliere nei dialoghi e nel confronto comunitario e ne abbiamo avuto riscontro anche dopo. Parecchi sono tornati a casa non solo entusiasti ma trasformati. E proprio i più giovani sentono il bisogno di raccontare quanto hanno vissuto, esortando i coetanei a prendere in considerazione la proposta».
Molto positiva si rivela sempre la compresenza, in taluni corsi, di giovani e adulti: «Si è favorito un bel clima e il dialogo generazionale si è confermato utile non solo per i giovani ma per gli stessi adulti e anziani, rincuorati e provocati dalla presenza dei ragazzi». Gli esercizi spirituali diocesani mantengono ogni volta, a parte qualche accorgimento nei singoli corsi, uno stile proprio e una caratteristica di sobrietà al punto che «non sono stati particolari segni, gesti o attività accattivanti a suscitare il coinvolgimento e la partecipazione ma piuttosto una predicazione evangelicamente esigente, semplice, diretta e l’impegno di accoglienza e attenzione alle persone».

Questioni aperte. Non mancano, certo, fatiche o “questioni aperte”: un maggiore coinvolgimento dei giovani (in particolare dei fidanzati), un legame più organico degli esercizi spirituali con le diverse esperienze di vita personale e comunitaria, la preoccupazione di far arrivare a tutti la proposta e soprattutto di seguire il “post-esercizi”, l’urgenza di consolidare e allargare il gruppo di collaboratori ecc. Eppure le note di speranza e positiva sorpresa che giungono dal particolare punto di osservazione, sulla diocesi e sul mondo, situato a pochi passi dal mare di Cavallino risultano sempre maggiori. Come quelle che arrivano dai richiestissimi corsi per sposi con figli che «si confermano esperienza preziosa e feconda per tutti. Quest’anno c’è stato il fatto nuovo di un numero considerevole di figli adolescenti: una presenza scomoda per l’organizzazione e l’equilibrio di giornate già molto articolate ma divenuta occasione favorevole perché alcuni ragazzi, alle soglie di una piena crisi adolescenziale e in fase di distacco dagli ambienti ecclesiali, potessero ritrovarsi coinvolti nella normalità della vita cristiana. Come in una grande famiglia che pensa, si diverte, prega… fino al punto di partecipare poi volentieri alla messa domenicale».



Alessandro Polet

Tratto da Gente Veneta , no.41 del 2008
http://www.gvonline.it/leggi_id.php?id=5015

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