venerdì 8 maggio 2009

Le divine Scritture riconosciute autentiche e quelle che non lo sono

Eusebio da Cesarea
Le divine Scritture riconosciute autentiche e quelle che non lo sono
1. A questo punto ci pare giusto riepilogare gli scritti del Nuovo Testamento fin qui citati. In primo luogo è doveroso elencare la santa tetrade dei Vangeli, cui segue il libro degli Atti degli apostoli.

2. Vanno poi annoverate anche le Lettere di Paolo e, subito dopo, la prima attri-buita a Giovanni, come pure si deve confermare la prima lettera di Pietro. Bisogna poi aggiungere, se parrà opportuno, l'Apocalisse di Giovanni, di cui esporremo a tempo debito i giudizi relativi.

3. I suddetti vanno tra i libri riconosciuti autentici. Tra quelli discussi, ma tuttavia noti ai più, vi sono la lettera detta di Giacomo, quella di Giuda, la seconda di Pietro e le cosiddette seconda e terza di Giovanni, siano esse attribuite all'evangelista o a un altro, suo omonimo.

4. Tra gli spuri si elenchino invece il libro degli Atti di Paolo, il cosiddetto Pastore, e l'Apocalisse di Pietro, oltre alla lettera attribuita a Barnaba, all'opera chiamata Didaché degli apostoli e, come ho già detto, all'Apocalisse di Giovanni, se lo si riterrà opportuno: alcuni, ripeto, la respingono, mentre altri la comprendono fra i testi indiscussi.

5. Tra questi ultimi alcuni hanno anche catalogato il Vangelo secondo gli Ebrei, che piace soprattutto a quegli Ebrei che hanno accolto la dottrina di Cristo.

6. Tutti i suddetti sarebbero quindi fra i testi discussi; abbiamo però ritenuto necessario farne l'elenco separando le Scritture che, secondo la tradizione ecclesiastica, sono vere, autentiche e indiscusse, da quelle non testamentarie e discusse, ma tuttavia note alla maggior parte degli autori ecclesiastici. Avremo così modo di distinguere questi stessi testi da quelli che sono presentati dagli eretici con il nome degli apostoli, come comprendenti, cioè, i Vangeli di Pietro, Tomaso, Mattia ed altri ancora, gli Atti di Andrea, di Giovanni e degli altri apostoli, che nessuno di coloro che si succedettero nell'ortodossia considerò mai degni di menzione in alcuna delle loro opere.

7. Anche lo stile della frase differisce molto da quello caratteristico degli apostoli, e il pensiero e la dottrina enunciativi sono in netto contrasto con la vera ortodossia, dimostrando così chiaramente di essere falsificazioni di eretici. Non vanno perciò catalogati neppure tra gli spuri, ma devono essere respinti in quanto completamente assurdi ed empi.



http://www.vangeliapocrifi.it/vangeli-apocrifi.php

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