venerdì 8 maggio 2009

KENNETH HAGIN E LA «CONFESSIONE POSITIVA»

KENNETH HAGIN E LA «CONFESSIONE POSITIVA»



di Marco Soranno



Ho avuto modo di leggere alcuni scritti di Kenneth Hagin (1917-2003), pastore evangelico tra i fondatori del «Movimento della Fede». Quest’ultimo è una realtà evangelico carismaticista che proclama come dogma la guarigione per fede, la prosperità materiale e l’autorità del cristiano su ogni aspetto della vita e d’ogni forza spirituale della vita, e la possessione diabolica per i credenti. Kenneth Hagin è noto per aver raccontato la sua esperienza da morente e il fatto di aver visto in visione la gloria di Dio in Paradiso. [N.d.R.: Rimandiamo ad altra analisi un giudizio sulle sue esperienze trascendentali. Esse sono state analizzate e commentate, insieme ad altre simili, da Nicola Martella nell’articolo «Visioni dell’aldilà», presente nel suo libro Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 313-328 (cfr. qui anche «Esperienze vicine alla morte», pp. 329-332).]

Sono rimasto colpito da ciò Hagin che afferma sulla cosiddetta «confessione positiva», che è diventata una delle caratteristiche di questo movimento: «Quello che confesso, possiedo». Il testo principale preso al riguardo in esame è Romani 10,9-10: «Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati». Credo che i predicatori del «Movimento della Fede» fraintendano il senso di brano perché la confessione di fede menzionata dall’apostolo non fa riferimento a benessere materiale. Gesù ci ha detto d’essere prudenti nel parlare perché non abbiamo il potere di far diventare bianco o nero un nostro capello (Matteo 5,36) e nella nostra bocca non c’è un miracolo… se non quando rimane chiusa per evitare di dire cose spiacevoli o poco edificanti.

Il «Movimento della Fede» sostiene che la bocca del credente consente d’ottenere qualsiasi cosa desideriamo e il non riceverla è mancanza di fede; ma penso sia giusto ricordarci ciò che ha detto l’apostolo Giacomo: «Domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri» (4,3).

Io credo che dobbiamo confessare la Signoria di Cristo, la volontà sovrana del Padre e non un ricco conto in banca. Dire: «Dio non ci vuole poveri» contraddice ciò che disse Paolo di sé e degli Apostoli (e che di riflesso s’applica a ogni discepolo): «Sconosciuti, eppure ben conosciuti; moribondi, eppure eccoci viventi; castigati, eppure non messi a morte; contristati, eppure sempre allegri; poveri, eppure arricchenti molti; non avendo nulla, eppure possedenti ogni cosa!». (2 Corinzi 6,8-9).

Ma allora ciò che diciamo non influisce per nulla nella nostra vita spirituale? Affatto. Gesù ha detto: «Or io vi dico che d’ogni parola oziosa che avranno detto, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato» (Matteo 12,36-38); il termine greco che traduciamo con «ozioso» è argos che significa «inattivo, infruttuoso, pigro». Il contesto qui è la critica dei Farisei all’autorità del Cristo, si parla della bestemmia contro lo Spirito Santo, quindi ciò che diciamo ha un peso spirituale agli occhi di Dio perché dall’abbondanza del cuore la bocca parla (Matteo 12,34; Luca 6,45).

Gesù ha detto ai suoi discepoli che essi otterranno qualsiasi cosa chiederanno con fede (Matteo 21,22), ma la fede secondo me è confidare nel piano di Dio per me e non nei miei desideri e criteri di bisogno; inoltre i discepoli non hanno mai goduto d’una vita agiata e ricca, ma hanno vissuto del sostegno della fratellanza e/o del loro stesso lavoro.

La cosiddetta «confessione positiva» è frutto d’una religiosità nord americana che cozza parecchio con la cultura dei tempi di Gesù, e ricorda di più la New Age.

Credo che il linguaggio del cristiano debba essere sano e irreprensibile (Tito 2,8; ma non credo che dobbiamo vivere con la paura che ci sia un angelo che annoti ciò che diciamo in virtù d’un giudizio investigativo, come insegna la Chiesa Avventista); e ciò che dobbiamo confessare deve essere la fede e l’amore di Dio nella nostra vita, poiché solo quando cerchiamo il suo regno e lo riceviamo nella nostra quotidianità, tutte le cose ci vengono date (Matteo 6, 33) — senza che le confessiamo a mo’ di formula magica.

Avere fede che Dio provvederà e rimettersi alla sua volontà sovrana: questa è la vera confessione positiva!



► Kenneth Hagin e confessione positiva? Parliamone {Nicola Martella} (T)




http://puntoacroce.altervista.org/Artk/2-K-Hagin_confessio-positiva_MeG.htm


L’articolo «Kenneth Hagin e la “confessione positiva”» ha indotto alcuni lettori a prendere posizione in merito. Per evitare confusioni e false concezioni, facciamo presente quanto segue: Con questa espressione fuorviante non si intende semplicemente la professione di fiducia verso le promesse di Dio, ma «l'esercizio di potenza» nel senso che la cosa che si dichiara, deve pure accadere a causa di una presunta «potenza della fede», di cui il credente sarebbe detentore. Tale ». Si tratta di una subdola costruzione dottrinale, con cui i nuovi «superapostoli» carismaticisti, che dominano varie chiese, possono arricchirsi e vivere nel benessere. Un confronto fra il loro spirito materialista e la condizione e l’insegnamento di Gesù Cristo mostrano le grandi contraddizioni di tali moderni «santoni» che vivono nel lusso più sfrenato. I dodici apostoli del Signore e quelli delle chiese, tra cui Paolo e Barnaba, vissero con grande spirito di sacrificio per amore di Cristo e della testimonianza. Essi predicavano soltanto «Cristo crocifisso». I moderni «sommi apostoli», che l’apostolo Paolo chiamò «falsi apostoli, operai fraudolenti» (2 Cor 11,13), non solo hanno fatto di Mammona una dottrina accettabile, derubando le chiese, ma predicano oramai un «altro Gesù»: «Se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno Spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un Vangelo diverso da quello che avete accettato, voi ben lo sopportate!» (2 Cor 11,4). La chiesa di Corinto, dominata da superapostoli gnostici di stampo giudaico, sembra essere una delle tante chiese carismaticiste odierne. Confusione dottrinale, coercizione psichica e contaminazione spirituale sono all’ordine del giorno.



http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-K-Hagin_confessio+parla_Mds.htm

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