venerdì 23 luglio 2010

La vita personale e matrimoniale di Maometto

La vita personale e matrimoniale di Maometto
Fonte: CulturaCattolica.it

venerdì 28 novembre 2008


Contrariamente alla poligamia di Abramo, Davide, Salomone o altri personaggi del Vecchio Testamento che non sono mai state approvate da Dio, né sono state il frutto di un’iniziativa divina, il Corano e le biografie di Maometto presentano la sua poligamia come direttamente e immediatamente voluta da Allah (Corano 33: 49 (50)).
Per noi cristiani, la poligamia è adulterio. Un matrimonio che segue un divorzio è peccaminoso.
Mentre ai musulmani è consentita la poligamia (quattro spose simultanee e un numero non definito di concubine), Maometto ha un privilegio “profetico”: a lui vanno consentite come spose ciò che viene concesso ai musulmani come concubine (all’origine schiave di guerra).
Mentre le vedove musulmane e le mogli musulmane solennemente ripudiate diventano libere di risposarsi, le mogli di Maometto, a causa dell’onore di “MADRI DEI CREDENTI” non si possono risposare dopo di lui, né dopo che lui le avesse ripudiate né dopo la sua morte (Corano 33: 53).
Esplicitamente si attribuisce ad una volontà di Allah il matrimonio di Maometto almeno con Aiscia e con Zainab figlia di Giahsh, propria cugina (di primo grado).
Il matrimonio con Zainab figlia di Giahsh (Corano33: 36-40)
Maometto aveva ricevuto da Khadigia, come regalo di nozze, uno schiavo chiamato Zaid figlio di Haritha. Maometto l’ha adottato e così è diventato Zaid figlio di Maometto. Il giovanotto sposò Zainab, figlia della zia di Maometto. Dopo un certo periodo, degli scontri sono avvenuti nella giovane coppia. Maometto, come “padre e suocero”, interveniva per riconciliare gli sposi. Un giorno Zainab, dalla finestra, lo invitò ad entrare a casa sua ma lui rifiutò dato che suo marito Zaid era assente. Il vento mosse i cappelli di Zainab, Maometto vide più che mai la bellezza della propria cugina e mormorò: “Benedetto Dio che cambia i cuori”.
Nei suoi interventi, Maometto sempre esortava Zaid, suo figlio adottivo, a non ripudiare la moglie Zainab. Ma più tardi, Maometto cominciò ad avere dei sentimenti profondi per la propria cugina, sua “nuora”, Zainab. Si capisce il conflitto interiore felicemente risolto da una “rivelazione ad hoc”: Allah, dal settimo cielo (come si vanterà Zainab) decreta ufficialmente il matrimonio di Maometto e di Zainab rivolgendo queste parole al “padre - suocero” sollevato, e liberato dai suoi legami di adozione:
“(O Maometto), tu dicesti a colui (=Zaid bin Harithah) al quale Dio aveva accordato un favore e che tu pure avevi favorito (cioè adottato ed educato): “trattieni presso di te tua moglie e temi Dio”, tenendo nascosto (o Maometto), nell’animo tuo, ciò che Dio stava per rendere palese… E quando Zaid ebbe cessato il suo rapporto con essa (letteralmente: ebbe ottenuto di essa ciò che lui voleva), TE LA FACEMMO SPOSARE (NOI=ALLAH), perché non gravi sui credenti alcun peccato nello sposare le mogli dei propri figli adottivi, dopo che questi abbiano cessato ogni rapporto con (quelle donne); l’ordine di Dio deve venire eseguito”.
Nella frase precedente (33: 36) si legge la regola generale: “Non è conveniente ad un credente o ad una credente, quando Dio e il Suo Messaggero abbiano decretato qualcosa, che essi (il credente e la credente) ABBIANO LIBERTÀ DI SCELTA, per proprio conto; e chi disubbidisce a Dio e al Suo Messaggero erra di un errore evidente…”.
Si legge in 33: 38 e 40: “Sul profeta (Maometto) non grava alcun peccato nel fare ciò che DIO GLI HA IMPOSTO… Non è Maometto il padre di nessuno dei vostri uomini…”.
Quindi Maometto viene esonerato dagli obblighi e dai limiti matrimoniali dell’adozione di Zaid e di qualsiasi altro: tutto questo per decreto di Allah. L’adozione in Islam si vede abolita. Maometto può sposare tranquillamente Zainab che non è più la sua nuora dato che Zaid non è più suo figlio adottivo.
Altre fonti islamiche raccontano che Maometto promise a Zaid una bellissima huri (donne speciali del Paradiso) e affermano, che, durante la sua visita in cielo, Maometto la vide e si assicurò che essa era destinata a Zaid.

I figli di Maometto?
Secondo la versione prevalente, Maometto ha avuto figli solo da due delle sue donne: la prima Khadigia, e la schiava o concubina Maria la Copta che gli diede un figlio, Ibrahim, morto all’età di 18 mesi.
Se si calcola che Maometto ha consumato il matrimonio con trenta donne (su 36 nomi riferiti da Nabahani), risulta molto strano che solo due di quelle donne siano state feconde (e sembra che tutte e due siano state cristiane, almeno all’inizio). Qualche autore nega che i figli attribuiti a Maometto siano stati veramente suoi e trova la spiegazione della sterilità di Maometto nella proibizione coranica, alle sue mogli, di risposarsi “dopo di lui”.
Le stesse fonti islamiche presentano delle versioni varie e contraddittorie sulla discendenza di Maometto:
Comunemente si parla di due figli (Al-Qassem e Ibrahim) e di quattro figlie: Zainab, Ruqaia, Um-Kulthum e Fatima. Altri autori aggiungono due figli: At-Tayyeb e At-Taher. Altri aggiungono un terzo figlio: Abdullah. Ed altri aggiungono altri quattro figli maschi: Al-Mutayyeb, Al-Mutahher, Abd-Manaf, Abdul-Uzzah (Hadith di Abi-Giahm Bahili, p 114).
Altre tradizioni islamiche sostengono che Maometto ebbe solo figlie (secondo Abu-Hisciam Abdallah figlio di Muhammad figlio di Hanafia).
In fine, secondo Ibn-Ishaq, un certo Al-Assi figlio di Wael Sahmi affermava senza batter ciglio che Maometto era sterile e che non occorreva avere paura di lui perché, dopo la sua morte, non ha nessuna discendenza per ricordarlo. Quest’episodio sembra essere all’origine della sura (capitolo) del Kauthar (Corano 108: 3): “In verità, chi ti odia è privo di prole”.

Omicidi dei nemici di Maometto
Considerando i suoi nemici o più esattamente i nemici del suo messaggio degli avversari di Allah stesso, Maometto mandava dei seguaci suoi per uccidere i nemici. Nel Vecchio Testamento non si riscontrano esempi di profeti che abbiano complottato per sopprimere i propri avversari. Il caso di Davide che, per concupiscenza nei riguardi di Betsabea, ne mandò il marito alla prima linea della battaglia, è il risultato di una passione che Dio e il suo profeta Natan disapprovano profondamente e castigano severamente. Invece nel Corano e nelle biografie di Maometto l’uccisione dei suoi avversari appare come direttamente voluta da Allah o almeno approvata da lui.
Nelle biografie scritte da Ibn-Hisciam ed altri si racconta che:
La poetessa Assma’ figlia di Marwan criticava e ridicolizzava Maometto il quale le mandò un uomo cieco Umair figlio di Adi. Essa si è fidata di lui. Ma lui l’ha uccisa con la spada. Maometto disse: “Se qualcuno vuol vedere un uomo che ha fatto trionfare Dio e il Suo Messaggero, che guardi Umair figlio di Adi”.
Un Ebreo, di 120 anni, un certo Abu-Afak, componeva delle poesie contro Maometto il quale gli mandò Salem figlio di Umair che lo uccise con la spada.
Maometto mandò cinque uomini per uccidere Ka’b figlio di Al-Ashraf perché questo metteva Maometto in ridicolo e incitava Quraish contro di lui. Questi l’hanno ammazzato e decapitato.
Maometto mandò Abdallah figlio di Atik per uccidere un certo Abu-Rafe’.
Quando lo zio di Maometto, Hamza, venne ucciso nella battaglia di Uhod Maometto giurò di vendicarsi con la morte di 70 quraisciti.

Incursioni o invasioni di Maometto
Maometto ha personalmente guidato 29 invasioni (per esempio Contro Wadan, Buat, Badr, Bani Qunaiqa’, Karkarah, Ghatafan, Uhud, Bani Nadir, Bani Quraizah, Daumat Al-Gandal, Bani Mustalik, della Trincea (Khandak), Bani Lahyan, Hudaibiiah, Khaibar, la “conquista” della Mecca, Ta’ef Tabuk).
Attraverso i suoi generali, Maometto ha organizzato 49 incursioni o invasioni (secondo altre fonti: più di settanta).
Mentre, nell’Antico Testamento, Giosuè combatteva i pagani per conquistare la Terra Santa, immaginando che i suoi nemici fossero i nemici di Dio e che un’eventuale vittoria dei pagani avrebbe significato la sconfitta di Dio (!) da parte delle divinità pagane, Maometto aggredisce delle tribù di Ebrei (quindi monoteisti!), come Bani Nadir, Quraizah e Khaibar (dove vivevano cristiani). Maometto si proponeva di propagare il suo messaggio tramite la guerra (cosa che i profeti del Vecchio Testamento non hanno mai tentato).
Mentre per gli Ebrei, in tempi di “guerra santa” (ebraico: herem), bisognava uccidere gli uomini (maschi), catturare donne e bambini e bruciare le spoglie per non lasciarsi profanare dai pagani, Maometto ordina di uccidere gli uomini, di prendere prigionieri donne e bambini e di prendere il bottino un quinto del quale è riservato a lui, Maometto (Corano 8: 41).
Per noi cristiani, la “guerra santa” di Giosuè o di Elia faceva parte delle imperfezioni del Vecchio Testamento ed è inaccettabile sette secoli dopo il Nuovo Testamento. D’altro canto, il Corano e “l’Islam” si presentano come la religione completa, quindi non dovrebbe contenere queste imperfezioni che costituiscono, pure, una regressione non solo in paragone alla Nuova Alleanza ma anche con la Vecchia.
Un fatto potrebbe illustrare l’imperfezione delle incursioni: in un’invasione di una tribù ebrea, un certo Dihyah della tribù di Kalb (uomo di un bellissimo aspetto, tanto è vero che Maometto dice che alle volte Gabriele gli appariva col volto di questo Dihya) chiede a Maometto il permesso di prendere una schiava catturata. Sceglie la bellissima Safyyah, figlia di Huyay. Qualcuno lo vede con essa. Corre da Maometto, protestando che questa “signora dei figli di Quraizah e del Nadir conviene solo allo stesso Maometto”, il quale domanda di vederla. La prende per sé e suggerisce a Dihya di scegliersene un’altra.

L’‘ascensione’ di Maometto
Mentre certe tradizioni e biografie affermano che avvenne un’ascensione fisica di Maometto, su una specie di mulo bianco che volava come il lampo (donde il nome “buraq” da “barq”, lampo), Aiscia affermava: “Il corpo del Messaggero di Allah non venne trasportato ma solo il suo spirito” (Cf. Al-Baladhuri, Genealogie dei Nobili, I, p. 256). Il Corano (17: 60) echeggia questa discordia e confusione: “Noi (Allah) non ti ponemmo la visione che ti mostrammo se non come argomento di disputa tra gli uomini”.


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