domenica 22 febbraio 2009

Liberate suore rapite in Kenya, "Tanta angoscia ma stiamo bene"

Liberate suore rapite in Kenya, "Tanta angoscia ma stiamo bene"
Frattini: Nessun riscatto nè blitz. Vaticano: Grandissima gioia
Roma, 19 feb. (Apcom) - E' durata esattamente 102 giorni la prigionia di Caterina 'Rinuccia' Giraudo e Maria Teresa Oliviero, 61 e 67 anni, le due suore del Movimento Contemplativo Missionario Padre de Foucauld di Cuneo rapite la notte tra il 9 e il 10 novembre scorso a El Wak, nel nord-est del Kenya, da una banda di miliziani somali vicini a gruppi terroristici di stampo islamico: oggi il Ministero degli Esteri ha divulgato la notizia della loro liberazione. "Abbiamo vissuto con tanta angoscia, ma ora stiamo bene: oggi siamo resuscitate", le loro prime parole.

"Non ci sono stati blitz nè riscatti", ha precisato il ministro degli Esteri Franco Frattini di rientro dall'Afghanistan, che ha espresso una "immensa soddisfazione" per la liberazione: "La Farnesina - ha affermato - è molto vicina a tutti gli operatori umanitari che pongono la loro caritatevole opera al servizio dei più deboli e bisognosi anche nei contesti più difficili". Anche il Vaticano, tramite il direttore della sala stampa padre Federico Lombardi, ha manifestato una "grandissima gioia: sono mesi che stavamo pensando e pregando per loro, ora continuiamo a ricordare tutti coloro che sono ancora nelle mani di sequestratori".

Sulle modalità del sequestro delle religiose erano trapelate poche informazioni: erano state rapite insieme ad alcuni collaboratori da un commando di 200 uomini armati nella loro casa vicino al confine con la Somalia, per essere condotte in una località meridionale del paese del Corno d'Africa. Le missionarie si trovavano in Kenya da molti anni, dove lavoravano con i profughi somali: suor Giraudo, infermiera, curava soprattutto i malati di epilessia.

La Farnesina aveva attivato subito l'Unità di crisi, che ha lavorato in stretto coordinamento con le ambasciate italiane a Nairobi e Mogadiscio, mentre la Procura di Roma aveva aperto un fascicolo per "sequestroa scopo eversivo".

Nel negoziato hanno avuto un ruolo di primo piano gli anziani delle tribù locali del Kenia, che hanno cercato di trattare la liberazione con i capi-tribù somali: in un primo momento anche l'esercito keniota si era detto pronto ad intervenire militarmente inseguendo le milizie, ma la Farnesina ha sempre dato ufficialmente parere negativo ad un blitz.

Anche Benedetto XVI, subito dopo Natale, aveva fatto un appello per la liberazione delle religiose affinchè "potessero riprendere il loro disinteressato servizio ai fratelli più poveri". Quindi era partita la missione del presidente del Comitato Schengen e immigrazione Margherita Boniver, che si era recata a Nairobi come inviato personale di Frattini per favorire un esito positivo della vicenda: si erano diffuse voci di un riscatto da pagare (circa 2 milioni di dollari) al quale, però, si sarebbe opposto il governo keniota, che non avrebbe voluto finanziare un'organizzazione terroristica somala.

Oggi l'annuncio del rilascio: Caterina e Maria Teresa hanno raggiunto Nairobi con un volo da Mogadiscio, raggiungendo poi la residenza dell'ambasciatore italiano in Kenya Pierandrea Magistrati. "Stiamo bene, siamo resuscitate", hanno detto, raccontando di aver superato il periodo di prigionia "grazie alla fede", sottolineando di aver instaurato una "bella amicizia" con i rapitori e ringraziando il Papa e i fedeli che hanno pregato per la loro liberazione: "I giorni di prigionia sono trascorsi con tanta angoscia. Abbiamo avuto paura, ma anche tanta speranza".

I sequestratori, hanno spiegato le suore, "ci hanno trattato bene: dicevano solo che volevano solo soldi. Con loro parlavamo abbastanza amichevolmente". Commentando la liberazione padre Pino Isoardi, responsabile del Movimento Contemplativo di cui fanno parte le religiose, ha espresso una "gioia grandissima: non ci sono state avvisaglie per nessun motivo della liberazione, fino ad una telefonata alle 13 di oggi. Le sorelle stanno bene, non sono state maltrattate. In Italia tornano nel giro di 10 giorni: per ora si fermano a Nairobi".

Sulla vicenda è intervenuto anche il premier Silvio Berlusconi, che ha sottolineato la propria soddisfazione per esser riusciti a lavorare "nella massima riservatezza. E' stata una cosa difficile e lunga per la situazione politica della Somalia", ma "finalmente ci siamo riusciti". Il presidente del Senato Renato Schifani, infine, ha spiegato che "questa è una notizia importante non solo per la Chiesa, ma per tutto il Paese, che riempie di gioia il cuore degli italiani".

http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca/2009/02_febbraio/19/liberate_suore_rapite_in_kenya_tanta_angoscia_ma_stiamo_bene,18051917.html

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